Il corteo degli anti Marino, il racconto oltre le polemiche
Le periferie di Roma sfilano dietro al tricolore: “Marino vattene”
Si è svolto ieri, 15-11-2014, il Corteo romano contro la Giunta che sta portando al declino la Capitale, la sua identità e la sua bellezza. Rilevante per il procedere della manifestazione – dichiaratamente apartitica e priva di contrasti politici interni – è stata la presenza di molti comitati, affiancati da grandi esponenti della politica territoriale e nazionale.
I temi-problemi che i manifestanti hanno evidenziato hanno a che fare con il degrado pubblico, la criminalità, il mancato controllo dei campi rom e il cumulo di roghi tossici nelle periferie; nonché l’immigrazione clandestina che procede a ritmi privi di precedenti. In sostanza ad essere rivendicata è una città intera, che il sindaco Marino – con la sua noncuranza verso dati allarmanti – sta trasformando in una pubblica discarica. Le lamentele hanno un sottostante che ha poco a che fare con la stessa politica: partono invece da rivendicazioni dignitose, da sano amore per la propria città, dal rispetto per l’ambiente, per gli altri – almeno per quelli che ancora hanno il coraggio, e la forza – di sentirsi italiani.
Forti sono le dichiarazioni di alcuni vertici politici, presenti alla manifestazione a titolo personale: “Il grido di questa manifestazione è Basta Marino”, afferma senza timore Fabrizio Santori, consigliere alla Regione Lazio; e ancora quelle del portavoce romano Fdi-An, Andrea de Priamo, che dichiara: “Negli ultimi mesi c’è stata un’accelerazione del disastro amministrativo creato da Marino tale da creare una vera e propria reazione popolare”. Conclude ancora Fabio Rampelli, parlamentare e capogruppo alla Camera Fdi-An, che accusa fortemente sindaco e presidente del Consiglio: “A noi sembra che sia Renzi sia Marino siano disconnessi dalla realtà. Oggi ad avere bisogno di solidarietà e aiuto sono gli italiani”.
Insomma ciò che davvero traspare dal corteo e da chi ha tenuto a essere presente è la denuncia a un sistema che discrimina i suoi stessi cittadini e che calpesta sempre di più l’unico simbolo che oggi ha contraddistinto questa protesta, quel manifesto che lega chi ha ancora una speranza: il tricolore.
** Foto di Elena Barlozzari