Il Digital Divide nel Lazio: a che punto siamo?
Digital divide è il termine che indica le disuguaglianze nell’accesso e nell’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione
Sentiamo spesso parlare di Digital Divide, ma sappiamo di cosa si tratta? Digital divide è il termine tecnico utilizzato in riferimento alle disuguaglianze nell’accesso e nell’utilizzo delle tecnologie della Società dell’informazione e della comunicazione ICT. Divario, disparità, disuguaglianza digitale, significano in sostanza la difficoltà di alcune categorie sociali, o di interi Paesi, di usufruire di tecnologie che utilizzano una codifica dei dati di tipo digitale rispetto ad un altro tipo di codifica precedente, quella analogica. La definizione digital divide racchiude in sé complesse problematiche che coinvolgono tutti gli aspetti della vita di una comunità: economici, culturali, sociali.
Le origini del Digital Divide
L’origine dell’espressione risale ai differenziali di sviluppo della rete all’interno degli USA, nella fase di privatizzazione di Internet degli anni ‘90. Era un’espressione usata per indicare la condizione di svantaggio di categorie di utenti in termini di accessibilità e costi. Si è poi diffusa a livello internazionale quando la problematica è diventata globale, tra il 1999 e il 2000. L’accesso e l’utilizzo di queste tecnologie rappresentano nel nostro mondo un pre-requisito per lo sviluppo economico e sociale e la modernizzazione dei sistemi di produzione. Per i Paesi che non sono in grado di adattarsi al nuovo sistema tecnologico, i ritardi divengono sempre più incolmabili.
Digital Divide: la situazione nel Lazio
Grossi passi in avanti nel Lazio per quanto riguarda la risoluzione del Digital Divide. Infatti, la banda ultra larga sta diventando diffusa e copre quasi tutto il territorio regionale. E’ molto importante questa scelta di investimento, sia a livello governativo che non. Il presidente della regione Lazio aveva infatti promesso di voler attivare nel 2020 un programma per garantire nell’85% del territorio le connessioni a 100 mega di velocità, e almeno a 30 mega nel restante. Per garantire questo tipo di servizio fondamentale volto ad abbattere le differenze digitali all’interno della regione Lazio, si è deciso di investire ben 200 milioni di euro. Una serie di azioni per garantire una banda ultra larga a tutti i cittadini. Ma anche per gli enti locali della pubblica amministrazione, per le imprese e le aziende del territorio laziale. La divisione va superata per creare le condizioni per uno sviluppo dell’infrastruttura strategica della Regione Lazio.
La banda ultra larga
La banda ultra larga darà la possibilità di rivoluzionare il nostro quotidiano da un punto di vista tecnologico. Nelle aziende e negli scambi in rete, anche di tipo commerciale. È la sfida dell’innovazione che la Regione sta portando avanti e che aiuterà anche a snellire le procedure di tipo burocratico nelle pubbliche amministrazioni locali. Questo progetto arriva dall’Europa da un punto di vista dei fondi, ma anche dagli investimenti nazionali del Mise per abbattere una volta e per tutte il digital divide. L’obiettivo sarà raggiunto nel corso del 2020 grazie ad un investimento totale di circa 200 milioni di euro. Obiettivo: riuscire definitivamente a eliminare qualunque realtà che potrebbe rallentare il proprio sviluppo a causa della nuova tecnologia.
La situazione nelle altre regioni
Com’è la situazione complessiva del digital divide in Italia? In Italia circa 10 milioni di persone non usano internet. Per cercare di colmare il divario digitale l’Italia entra a far parte della Coalizione europea. Lo scopo è favorire l’inclusione digitale colmando le lacune sociali e culturali che creano nella popolazione questo gap. Come parte dell’iniziativa Repubblica Digitale, il ministro per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione, Paola Pisano, ha annunciato che Roma si unirà alla coalizione per le competenze e le professioni digitali della Commissione europea.
Lanciata a maggio 2019, l’iniziativa Repubblica Digitale ha lo scopo di promuovere l’inclusione digitale e l’adeguamento delle competenze per il lavoro sfruttando una serie di campagne di sensibilizzazione e percorsi formativi. L’iniziativa è rivolta a tutti i livelli dell’economia italiana e, attraverso l’adesione al manifesto per l’inclusione digitale, favorisce le partnership tra soggetti pubblici, organizzazioni no profit e soggetti privati.
I dati
Secondo l’Ocse, in Italia circa il 26% della popolazione, tra i 16 e i 74 anni d’età, non ha mai navigato in rete e solamente il 24% dei cittadini sfrutta il web per accedere ai servizi pubblici. Molto alta, dunque, la percentuale di persone che utilizzano la rete per tutte le loro attività, dal lavoro allo svago, dall’informazione fino a trascorrere il proprio tempo libero su giochi da tavolo italiani live come questi di Starcasinò.
Per di più, durante la fase d’isolamento sociale nella quale si trova l’Italia, è emerso maggiormente come su tutto il territorio sia presente un forte digital divide. Il quale, in alcuni casi, risulta limitante per le situazioni di smart working e tele-apprendimento necessarie in questi giorni.