Il fiore di Luglio: il gelsomino
Green Passion, di Federica Basili
E s'aprono i fiori notturni,
nell'ora che penso a' miei cari.
Sono apparse in mezzo ai viburni
le farfalle crepuscolari.
Da un pezzo si tacquero i gridi:
là sola una casa bisbiglia.
Sotto l'ali dormono i nidi,
come gli occhi sotto le ciglia.
Dai calici aperti si esala
l'odore di fragole rosse.
Splende un lume là nella sala.
Nasce l'erba sopra le fosse.
Un'ape tardiva sussurra
trovando già prese le celle.
La Chioccetta per l'aia azzurra
va col suo pigolio di stelle.
Per tutta la notte s'esala
l'odore che passa col vento.
Passa il lume su per la scala;
brilla al primo piano: s'è spento…
È l'alba: si chiudono i petali
un poco gualciti; si cova,
dentro l'urna molle e segreta,
non so che felicità nuova.
Il gelsomino notturno – Giovanni Pascoli
LA STORIA
Non tutti sanno che la parola gelsomino deriva addirittura dalla lingua persiana e, in particolare, dalla parola “yasamin”; secondo una leggenda araba, Kitza la madre di tutte le stelle si trovava nella sua regia nel cielo per cucire vestiti d’oro per i suoi figli astri, quando all’improvviso un gruppo di stelline iniziarono a protestare perché, a loro dire, gli abiti non erano abbastanza splendenti. In quel momento stava passando Micar il re degli spazi che, indignato per la confusione alzata dalle stelline, le cacciò e le scaglio sulla terra. Kitza fu colpita da un indescrivibile dolore per la sorte delle sue figlie poiché temeva che sarebbero state calpestate dagli uomini senza alcun riguardo. Ma Bersto, la signora dei giardini, si impietosì e decise di trasformare le stelline in fiori profumatissimi, i gelsomini.
Nel mondo orientale il gelsomino rappresenta l’amore sottoforma di provocazione femminile; non per niente in India il dio dell’amore si dotava di fiori di gelsomini per attirare le sue vittime.
Le origini sarebbero dunque da far risalire alle Indie Orientali; nel 1500 sarebbe stato importato in Europa. Secondo alcuni però il gelsomino era presente nel Belpaese già prima del XVI secolo; secondo la tradizione Cosimo I de’ Medici avrebbe gelosamente isolato la riproduzione delle sue piante di gelsomini per evitare che altri ne entrassero in possesso.
LA COLTIVAZIONE
Il gelsomino è una specie molto semplice da coltivare poiché non presenta particolari pretese e si adatta molto bene. Innanzitutto è necessario porre la nostra piantina in un luogo luminoso e soleggiato al riparo da vento e correnti; in ogni caso il gelsomini ben sopporta gli inverni freddi, ma nella stagione invernale è bene riparare la base della pianta con foglie secche per limitare la penetrazione del gelo nelle radici.
Al momento del radicamento, le annaffiature devono essere frequenti, mentre più la pianta cresce, più si possono moderare a seconda del clima; il terreno su cui attecchiscono meglio le radici del gelsomino sono solitamente quelli ben drenati.
Qualora si volesse moltiplicare la pianta di gelsomino, è sufficiente prelevare talee di circa 8-10 cm dai rami già potati per poi riporle in quelli che si definiscono “cassoni da moltiplicazione” precedentemente riempiti con sabbia e torba: una volta che le radici attecchiscono, la pianta può essere trasferita in vaso.
Tra le malattie più temute da questa rampicante, vanno citati sicuramente gli attacchi afidi e cocciniglie soprattutto per i gelsomini tenuti in casa: parassiti e funghi possono essere aggirati avendo cura di non creare ristagni idrici nel terreno della pianta.
CURIOSITA'
L’olio di gelsomino viene utilizzato a tutt’oggi da diverse persone per migliorare il proprio umore e per alleviare lo stress: sembrerebbe infatti che tale sostanza abbia effetti calmanti e lenitivi.
Il fiore di gelsomino è stato utilizzato nel corso dei secoli dagli erboristi che lo hanno lavorato sia sotto forma di fiori di tè sia trasformandolo in una sorta di crema levigante; risulta assai curioso l’utilizzo del fiore mischiato al petrolio per l’applicazione durante i massaggi contro la rigidezza e il dolore muscolare.
Tra gli innumerevoli benefici del gelsomini, se ne scorgono alcuni davvero insoliti come, ad esempio, la sua capacità di antidoto contro i veleni; le sue radici sono state utili in passato contro le infezioni da tigna. Il significato positivo del gelsomino era già noto a greci e romani che lo utilizzavano contro i disturbi della sessualità, una credenza diffusa anche tra i persiani i quali lo distribuivano solitamente nei loro banchetti. Per tale ragione e per il suo presunto potere afrodisiaco, questo fiore era considerato il simbolo dell’amore.