Il freddo è arrivato: e ha già dato l’ennesima lezione ai catastrofisti
L’ondata di gelo (quasi) record che imperversava già sul Nord Europa raggiunge anche la nostra penisola: e, come ulteriore contrappasso green, in Norvegia le basse temperature bloccano i bus elettrici…
Com’era stato ampiamente annunciato (per esempio, dal colonnello Mario Giuliacci), il freddo ha raggiunto anche l’Italia. Senza neppure sfiorare i picchi registrati in vari Paesi del Nord Europa, ma comunque sfrattando senza troppi complimenti le temperature miti degli scorsi mesi autunnali. E dando una volta di più una dura lezione ai manutengoli del peggior affermazionismo ambientalista.
È arrivato il freddo anche in Italia
Parafrasando il motto di Casa Stark in “Game of Thrones”, l’inverno è arrivato. E ha portato con sé, come riferisce l’Adnkronos, un’ondata di gelo proveniente dalla Bielorussia che sta facendo crollare i valori termici in tutta la Penisola. E potrebbe non essere finita qui.
La Stampa, per esempio, passata la sbornia da (sedicente) riscaldamento globale ci informa che a metà mese potrebbe stagliarsi all’orizzonte un nuovo pericolo climatico, denominato stratwarming. Trattasi di un fenomeno meteorologico che, essendo capace di provocare la rottura del vortice polare, è alla base dei record storici di tutta Europa. Compreso il Belpaese, con particolare riferimento al gennaio 1985: quando, per esempio, a Firenze la minima scese fino a -23,2°C.
Nulla, comunque, in confronto ai -43,6 gradi toccati, come rileva l’ANSA, una decina di giorni fa in Svezia. Né se la passano meglio nel resto della Scandinavia, come dimostrano tra l’altro i -42,4°C della Finlandia.
La Norvegia, poi, in tempi non sospetti era già stata teatro dell’ennesimo contrappasso green. Con i nuovi bus elettrici rimasti incredibilmente paralizzati perché le batterie non erano in grado di resistere ai -14°C del dicembre scorso. Figurarsi i -31,1 gradi a cui è precipitata la capitale Oslo in questo inizio di 2024.
Di buono c’è che il cambio di stagione ha ibernato pure i megafoni dell’eco-catastrofismo, forse impegnati, come sempre in questo periodo, a (ri)scoprire la paradossale acqua calda. Ovvero che, banalmente, a gennaio (e in generale in inverno) fa freddo.