Il Governo ci manda a fare le vacanze all’estero e ci vieta le nostre spiagge
“Gli italiani possono fare vacanze all’estero e portare migliaia di euro negli alberghi delle Canarie ma non nei nostri alberghi a Capri”
Ha destato molta meraviglia, incredulità e sgomento, la decisione del Governo e del Ministro della Salute, Roberto Speranza, di favorire i viaggi all’estero. Mentre in Italia non si può neppure andare nelle seconde case che si trovano in un altro comune rispetto alla propria residenza. Molti hanno chiesto la ragione di questo provvedimento ma nessuno l’ha trovata. Cioè gli italiani possono portare due, tremila euro negli alberghi delle Canarie ma non negli alberghi di Capri o Venezia. Ma perché con le stesse regole non si poteva andare nelle località turistiche italiane? Se duemila persone possono stare su una nave da crociera usufruendo di sport, bagni in piscina, ristorante e balli serali, perché con le stesse regole non si può stare negli alberghi, ristoranti e locali italiani?
Rivolgiamo queste domande al Presidente Confimprese Turismo Italia, Giuseppe Sarnella
“Resto basito- ci ha detto – perché è del tutto incomprensibile che il Governo italiano sia orientato a vietare ai suoi concittadini di andare in vacanza nelle meravigliose spiagge della Penisola per permettergli invece di andare all’estero. Trovo del tutto illogico, se non addirittura sadico, lo scenario che si sta delineando. Cioè la libertà di andare in vacanza a Palma de Mallorca ma il divieto di scegliere la nostra Taormina. E’ davvero paradossale che un Governo decida di colpire il proprio turismo per favorire quello di altri Paesi, che senza dubbio sul piano sanitario non sono certo in una condizione diversa dalla nostra.
Per governare ci vogliono competenze specifiche e la conoscenza della realtà sulla quale si vuole operare non basta essere onesti, bisogna essere capaci e competenti. Occorre intervenire subito, chiamo quindi a raccolta tutti gli operatori del settore. E’ necessario contestare e contrastare tutti insieme con grande determinazione e con azioni concrete ed efficaci, quello che senza ombra di dubbio è un grandissimo errore dalle disastrose conseguenze.
Il turismo rappresenta il 13,5% del nostro Pil
Quello del turismo è un settore, che come ha precisato lo stesso premier Mario Draghi rappresenta il 13,5% del nostro Pil. Un settore tra i più colpiti in assoluto dalle conseguenze di questa pandemia. Con enorme responsabilità abbiamo sin da subito dimostrato la nostra piena comprensione, condiviso i sacrifici, abbiamo sofferto e stiamo soffrendo l’emergenza, con grande senso civico e comunità di intenti.
Ma non è davvero possibile pretendere che gli operatori turistici accettino senza reagire quella che non sarebbe solo un’ingiustizia, ma anche un incredibile e clamoroso passo falso che potrebbe pregiudicare e comunque dilatare ancora di più i tempi di una auspicata ripresa di un settore così strategico per l’Italia”.