Il granchio blu, tutto ciò che c’è da sapere su questa specie che abita i nostri mari
Tutte le info relative al granchio blu, la nuova specie proveniente dalle coste dell’Atlantico, che sta popolando i nostri mari
Legambiente è stata chiara: bisogna impedirne la caccia. Da qualche settimana stiamo imparando a conoscere il granchio blu, esemplare di crostaceo decapode, appartenente alla famiglia dei Portunidi. Una specie, tipica delle coste atlantiche del continente americano, ma che ultimamente si sta diffondendo anche nel continente europeo.
Numerosi esemplari sono stati avvistati in quantità sempre più considerevole sul litorale laziale. Prima Santa Marinella, poi Ladispoli, quindi Focene, Fiumicino e, per finire, Ostia. Grande circa venti centimetri e caratterizzato da una colorazione arancio e blu, il granchio blu potrebbe secondo gli esperti recare danni all’ecosistema locale poiché si nutre di pesci autoctoni.
Come è arrivato fin qui
Seppur tipico delle calde zone dell’Atlantico, il granchio blu giunge principalmente dal Messico e dall’Ecuador, per la prima volta con questa frequenza, nelle coste laziali. La motivazione più credibile è che possa essere stato inavvertitamente afferrato durante operazioni che interessavano navi da crociera.
Dapprima in Sicilia, il granchio potrebbe esser risalito in virtù di una temperatura più mite e meno salata delle acque della costa tirrenica. A confermarlo anche Legambiente che denota avvistamenti soprattutto a Santa Marinella e Ladispoli, zone nelle quali è maggiormente probabile la sua riproduzione.
Il parere diviso degli chef
Il granchio blu ha diviso l’opinione pubblica, soprattutto tra gli chef. Secondo alcuni esperti dell’arte gastronomica, una soluzione per mitigare il problema sarebbe quella di pescarlo e consumarlo a tavola. Alcuni garantiscono la qualità delle sue carni, che sembrano molto saporite e richieste sul mercato.
Non dello stesso avviso un’altra fetta di addetti ai lavori dell’arte culinaria che, seppur concorde sulla pregevolezza del prodotto, ritiene prioritaria la questione ambientale, invitando a una riflessione in merito al significato dell’arrivo di questa specie nei nostri mari.
Legambiente vuole approfondire la situazione
Legambiente intanto chiede la possibilità di approfondire con più attenzione la circostanza, al fine di comprendere meglio le eventuali conseguenze su ecosistema e biodiversità. L’associazione ambientalista inoltre, sta lanciando più di un appello per evitare la caccia.
Intanto Arpa, (Agenzia regionale per la protezione ambientale) e Capitaneria di porto monitorano la situazione.