Il green fa solo danni, dalla Germania alla tragedia di Mestre
Un pompiere rivela che le batterie elettriche del bus hanno reso più difficile domare l’incendio: e Berlino riapre le centrali a carbone per poter avere la luce accesa in inverno
Che la transizione green sia una iattura RomaIT lo sostiene da tempi non sospetti. Più recentemente ci sono arrivati pure a Bruxelles, dove però tipicamente ci si concentra sugli aspetti socioeconomici – e solamente per mero calcolo politico. Tuttavia, anche quando si mangia al tavolo dell’ideologia alla fine è sempre la realtà che presenta il conto: un conto che, purtroppo, può anche essere molto salato…
Il green fa solo danni
«Ho sentito che i Vigili del Fuoco parlavano delle batterie elettriche che prendono fuoco più velocemente, più rapidamente di altre forme di alimentazione». Così il Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini a Sky TG24, citando, in riferimento alla tragedia di Mestre, il comandante provinciale dei pompieri intervenuti per domare il rogo.
Mauro Luongo ha spiegato come una delle difficoltà fosse che «il pullman era elettrico», perché le batterie, andate in fiamme, «hanno delle criticità quando sono calde». Questo ha rallentato le operazioni per rimuovere il mezzo, che continua a essere monitorato perché, proprio per la sua natura, permane il rischio che possa «ripartire l’incendio».
Senza grosse sorprese, come riporta il Corsera, è subito partita la polemica da parte dei fanatici del green. Anche se il vicepremier aveva già precisato di voler solo offrire uno «spunto di riflessione», particolarmente doveroso «in un momento in cui qualcuno dice “tutto elettrico”».
La retromarcia della Germania
E che il peggior affermazionismo ambientalista stia perdendo colpi lo dimostra anche il caso della Germania, Paese con il Partito Verde tradizionalmente più forte d’Europa. Ma che, come riferisce la Reuters, ha appena deciso di rimettere in funzione alcune delle proprie centrali a carbone messe in stand-by. E lo ha fatto, aggiunge Bloomberg, così che si possano tenere le luci accese il prossimo inverno.
Davanti al serio pericolo di un cataclisma, insomma, l’eco-catastrofismo può attendere. E, dopotutto, dalla fine del mondo alla fine del mese è un attimo.