Il I Municipio lancia l’allarme: salvare le Botteghe storiche
Approvata all’unanimità in I Municipio una mozione per la salvaguardia dei rioni patrimonio Unesco
Il I Municipio lancia l'allarme e con una mozione chiede di salvaguardare i rioni patrimonio Unesco. La mozione, approvata all'unanimità – a firma di Nathalie Naim (Lista civica), Mauro Cioffari (Sel) e Stefano Marin (Lista civica) – è stata voluta per "lanciare un 'sos' al Campidoglio affinché si intervenga prima possibile per salvaguardare i rioni patrimonio Unesco, fermando un processo di trasformazione del tessuto commerciale che li sta danneggiando in modo irreversibile".
I 3 firmatari spiegano che con la mozione si richiede di "modificare le delibere vigenti, la 36 del 2006 e la 86 del 2009, onde inibire, negli ambiti tutelati, il proliferare delle attività commerciali che li stanno snaturando e invadendo: vicinato alimentare, laboratori alimentari e somministrazione nelle gallerie d'arte, nelle librerie, nei circoli". Queste, ricordano Naim, Cioffari e Marin, "sono le formule utilizzate per aprire ogni giorno, nelle vie di pregio, nuovi locali e minimarket che vendono alcolici eludendo, in modo legale, secondo le delibere vigenti, la normativa che vieta in questi ambiti, considerati saturi, l'apertura di attività di somministrazione di cibi e bevande".
L'allarme è alto, perché "questi locali aprono al posto degli artigiani, delle botteghe storiche, dei negozi che da sempre caratterizzano il territorio, portandoli alla sparizione. I proprietari delle mura allettati dalle forti somme offerte, sfrattano queste attività storiche che seppure sane non possono sostenere affitti astronomici".
Secondo i consiglieri "ad aggravare la situazione e rendere ancora più urgente il nostro appello, il nuovo Testo Unico sull'Artigianato che la Regione Lazio sta approvando in questi giorni", la quale prevede "di introdurre la possibilità per laboratori artigianali alimentari (kebab, friggitoria, rosticceria, porchetteria, pizza al taglio, gastronomia calda e fredda eccetera) di effettuare la somministrazione non assistita, ossia il consumo sul posto anche con la disposizione di arredi a tal fine, assottigliando la differenza con le vere attività di ristorazione". Una norma – sostengono – "che devasterebbe ulteriormente il Centro storico visto che i laboratori artigianali alimentari si aprono con una semplice comunicazione".
Una buona notizia, però, c'è. "La Commissione Commercio capitolina ha varato una proposta di delibera che recepisce le nostre richieste e auspichiamo che prosegua al più presto il suo iter per essere approvata dall'Assemblea capitolina" – concludono i 3 firmatari della mozione.