Il limite di velocità a 30 km/h conferma che il green è antiumano
Sì, l’ambientalismo affermazionista odia l’uomo e idolatra natura e animali: e infatti l’ultima follia ideologica del Sindaco di Bologna Lepore è finalizzata anche a sentire “il canto degli uccellini”
Com’è ormai arcinoto, il Sindaco felsineo Matteo Lepore ha imposto ai propri concittadini un limite di velocità a 30 km/h. Ennesima misura “figlia” di un eco-catastrofismo ascientifico, come dimostrano tra l’altro le sue risibili motivazioni. A ulteriore riprova che l’ambientalismo affermazionista è un’ideologia non solo disumana, ma irrimediabilmente antiumana.
La “sottile linea verde” tra Bologna e gli Usa
Notoriamente, i talebani green idolatrano la natura e gli animali e considerano l’uomo il “cancro del pianeta” – quando invece ne è la sua più grande risorsa. L’ultima conferma in tal senso è arrivata dal deputato americano Ted Lieu, abortista e feroce oppositore di qualunque forma di tutela per i bambini non nati. Il quale, come riporta Lifesitenews, ha ora presentato una proposta di legge per bandire alcuni tipi di trappole per topi, ritenute «crudeli» e «inumane».
Ebbene, per quanto possa non essere di immediata percezione, c’è una sottile linea rossa, anzi verde, che collega gli Usa al Comune di Bologna. Sul cui sito, più precisamente nella sottosezione dedicata, si possono leggere i (presunti) vantaggi del progetto “Bologna Città 30”. Tra cui il fatto che «ridurre la velocità delle auto di 20 km/h consente di dimezzare il rumore (circa -3 decibel) in prossimità delle corsie di marcia. E dare così più spazio ad altri suoni della città, come ad esempio il canto degli uccellini».
Limite di velocità a 30 km/h sotto le Due Torri
Sotto le Due Torri evidentemente non conoscono i paradossi a cui si è assistito nelle città in cui già vige il limite di velocità a 30 km/h. Tipo a Zurigo, dove, scrive TGCom24, tanto per restare in tema un autovelox ha immortalato l’infrazione di… un rapace, “colto” a sfrecciare a 38 chilometri orari.
In ogni caso, come riferisce Il Tempo l’assurda finalità ha scatenato le ire del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini. Secondo cui il diritto all’udibilità delle melodie dei volatili va «contemperato con il diritto al lavoro di centinaia di migliaia di persone». Anche perché «multare chi va a 36 chilometri all’ora non vuol dire tutela dell’ambiente».
Il vicepremier ha assolutamente ragione, e non a caso, come rileva l’Adnkronos, il suo Dicastero ha già anticipato l’intenzione di prendere provvedimenti. Fino ad allora, immaginiamo che anche al bolognese Gianni Morandi, per prudenza, converrà iniziare a cantare “Andavo a trenta all’ora / Per trovar la bimba mia”.