Il modello cinese di Beppe Grillo? Noi lo avevamo già, almeno fino al 1992
Il modello cinese a cui fa riferimento Beppe Grillo si chiamava Partecipazioni Statali e soprattutto Istituto per la Ricostruzione Industriale cioè IRI
La nostra è una riflessione solo in parte medica e riguarda marginalmente la pandemia Covid-19. Nell’ultimo post sul suo blog Beppe Grillo ha affermato che il “capitalismo ha fallito, il vero modello è la Cina” e che i “Giovani sono sempre più socialisti”.
Beppe Grillo: l’Italia come la Cina
Mi riferisco alla recente dichiarazione del comico Beppe Grillo in cui sosterrebbe che l’Italia deve diventare socialmente ed economicamente con gli occhi a mandorla come la Cina: un utopico e fumoso modello, soprattutto per una democrazia occidentale in cui (piccolo dettaglio) si vota, di un “capitalismo privato” e un “capitalismo di Stato” che competono e cooperano evidentemente tra di loro ma sotto autocratico e ferreo controllo di una Autorità superiore che ovviamente in Cina è di sicuro individuabile con il Partito Comunista Cinese o le sue diramazioni.
Il controllo dei due Capitalismi
Ma in UE, a controllare “ferreamente” questi due capitalismi chi potrebbe esserci? La BCE? Uno Stato guida come la Germania? La Commissione UE? Oppure addirittura un gruppo di potere più o meno occulto e trasversale di tipo tecnocratico (sul modello del socialismo fabianista?) evidentemente designato cooptato e non eletto. E’ evidente che in una situazione di questo tipo tutti potrebbero essere parte del meccanismo di controllo finale dei due capitalismi.
Ovviamente, in questo progetto di democratico, almeno sul modello delle società occidentali vigenti basate sulla suddivisione dei poteri, ci sta ben poco e non si capisce in questa costruzione ideale perché Beppe Grillo chiami a raccolta evidentemente per realizzarlo i “giovani” e per sostenere questo “cambiamento” e non citi mai per esempio il fattore comunicazione di massa o “mainstream” che evidentemente nella Società digitale è decisivo per qualsiasi cosa.
La pandemia e la proposta di Beppe Grillo
Ma che ci azzecca il Sars Cov 2 e la pandemia in questa proposta? Moltissimo a mio giudizio.
Come è noto, la Storia insegna che i grandi cambiamenti storici dell’Umanità sono molto spesso legati a grandi pandemie – come per esempio quella del 1350 che con 30 mln di morti solo in Europa decretò la fine del Medioevo per innescare la genesi del Rinascimento. Oppure a grandi catastrofi belliche specie se coadiuvate da immensi fenomeni di migrazione di massa.
Quindi, il virus del Covid, sia che fosse in origine artificiale frutto della mano e della mente dell’Uomo, oppure legato ad un salto di specie, potrebbe avere innescato due anni fa il fenomeno, debilitando una società vecchia e senza slancio ideale, già alle prese con problemi enormi sia di crescita economica e demografica che di rappresentanza (ventennale crescita zero virgola o quasi del PIL in Italia). Il Grande Reset.
Due indizi: Brexit e la tensione in Europa orientale
Non è un caso a mio giudizio che poco prima in Europa sia avvenuta la fuoriuscita dalla UE della Gran Bretagna (Brexit), né che ad opporsi a questo meccanismo siano oggi soprattutto i Paesi dell’Est Europeo con pericolosi venti di guerra nella vicina Ucraina e che il colosso russo ci stia bloccando ormai da settimane l’ afflusso di gas per la energia ed il riscaldamento. No signori, il mio non è complottismo, ma semplicemente puro ragionamento (libero): quando dice qualcosa Beppe Grillo ci sta spesso qualche cosa dietro di importante.
Il tema è vitale e soprattutto è immanente.
Ma noi questo modello a cui fa riferimento Beppe Grillo, incredibilmente lo avevamo già nell’Italia del Dopoguerra e lo abbiamo mantenuto per decenni con ottimi risultati fino alla famosa misteriosa riunione del Britannia del 1992 dove parteciparono seppure virtualmente gli Invisibili.
Il modello era italiano e fu grande parte del miracolo economico italiano, anche se ce lo siamo dimenticati completamente sembra: esso si chiamava Partecipazioni Statali e soprattutto Istituto per la Ricostruzione Industriale cioè IRI.
L’IRI, Istituto Ricostruzione Industriale
IRI era un enorme contenitore di attività imprenditoriali, ideato dal Prof. Alberto Beneduce su preciso mandato di Mussolini all’ indomani della Grande Crisi del 1929 per mettere in sicurezza il sistema bancario ed industriale della Italia degli anni 30 del novecento.
Alberto Beneduce era un socialista riformista nato a Caserta nel 1877, massone, matematico e statistico, fiero avversario politico di Mussolini. Ma era molto stimato nel mondo bancario internazionale e creò IRI (oltre alla Banca dei Regolamenti Internazionali). IRI assorbì le banche in pesante default (perché avevano in pancia troppi titoli azionari delle grandi industrie in difficoltà) e salvò il sistema industriale italiano dalla catastrofe, creando inoltre con il suo insegnamento folte schiere di alti dirigenti pubblici e privati che espressero bene il loro valore nel Dopoguerra (Mattioli e Cuccia per fare un esempio).
IRI, sotto la sapiente guida di Beneduce e dei suoi successori, creò le condizioni per la ripresa economica e sociale di una Italia distrutta dalla Guerra folle del fascismo.
Ma poté funzionare a mio giudizio, soltanto perché sorretto da una salda Costituzione Repubblicana impostata sulla democrazia parlamentare su base proporzionalistica, dove era dato spazio a tutti comprese le minoranze.
IRI funzionò per il valore delle persone che lo guidarono, costruì valore per l’ Italia e lo restituì in denaro quando fu in gran parte alienato negli anni successivi al 1992.
Confindustria: il contraltare IRI
Il contraltare di IRI fu sempre dal versante privato la Confindustria, guidata per molti anni da persone di grande valore tra tutti Alberto Pirelli, Angelo Costa e Guido Carli.
In Italia la democrazia parlamentare funziona mentre la dittatura produce sempre mostri, lutti e sangue e sembra che lo abbiamo dimenticato.
Una forte vena di autoritarismo violento e di desiderio di scorciatoie politiche scorre neanche troppo nascosto sotto il terreno del nostro Paese ed affiora oggi con forza purtroppo anche nel mainstream mediatico facendo sempre nuovi proseliti nella gente stanca dalle continue restrizioni imposte dalla emergenza (?) Covid. Questo modello politico e sociale proposto da Beppe Grillo che ruolo potrebbe giocare nel dibattito (?) politico del Paese?
Nel modello proposto da Beppe Grillo non si capisce poi a che titolo i cd “giovani” dovrebbero cavalcare questo nuovo ordine sociale ed economico. Perché ne sono sistematicamente tagliati fuori nei fatti e spesso si accontentano di partecipare alla società tramite il lavoro nero o il reddito di cittadinanza senza peraltro cimentarsi con le vere sfide del lavoro che tutti noi nella nostra vita abbiamo dovuto affrontare. Limitandosi ad aspettare l’ eredità dei padri.
Riflettiamoci tutti sopra, chiediamo con forza un dibattito pubblico sull’argomento e soprattutto non facciamoci ingannare un’altra volta.