Il numero dei decessi “per Covid” sarebbero solo il 15% di quelli dichiarati
Se oggi di Covid si muore in ospedale e nelle intensive, è impossibile che a fronte di 679 vittime siano stati liberati solo 261 posti
Se c’è una vera ragione per cui tutto il mondo oggi vive un allarme paralizzante questa è da ricercare nella mancanza di certezze. Stiamo vaccinando ma non sappiamo quanto durerà, né se basterà.
Infatti nonostante il numero dei contagi e dei decessi, quello che più ci preoccupa è non aver ancora oggi trovato una cura e una forma preventiva veramente efficace e che possa fermare la crisi sociale ed economica che tutto il mondo subisce.
L’incubo varianti che spegne le aspettative delle vaccinazioni
Purtroppo i vaccini e le cure insufficienti arrancano sotto i colpi dell’incubo varianti, spostando ad una data sempre più incerta la fine della pandemia e spingendoci tutti in un limbo di instabilità perenne.
Se al contrario fossimo già convinti di avere in mano una soluzione finale probabilmente l’allarme paralizzante che stiamo vivendo cesserebbe ad un grado di allerta inferiore, che potrebbe permetterci di riprendere gradualmente una vita normale.
Oggi il dibattito è spostato più sul numero dei contagi che su quello dei decessi. Sono però questi ultimi il vero fulcro del problema, altrimenti parleremmo di una semplice emergenza di ordine sanitario.
Nel 2017 quando solo in Italia 8 milioni e 200 mila persone (contro i poco più di 2 milioni di contagi registrati fino ad oggi dal Covid) sono state contagiate dal virus dell’influenza non è scattato nessun allarme rosso. Abbiamo semplicemente provveduto a curare. Se quindi vogliamo che questo allarme prima o poi cessi definitivamente bisogna inevitabilmente trovare una soluzione affinché i decessi si riducano drasticamente.
Situazione critica ma nessun lockdown
Eppure la terapie intensive erano anch’esse al collasso e mezzi di soccorso, medici e operatori sanitari insufficienti. Ma non abbiamo avuto nessun lockdown. Nessuno stato di allarme pandemico. Perché? Semplice, perché i decessi erano, diciamo, nella norma. E’ solo il numero dei decessi che sta paralizzando il mondo. Il resto passerebbe sottovoce se non ci fossero tutte le morti che stiamo registrando.
Ma se il numero dei decessi “per Covid” non fossero reali?
Noi lo abbiamo scoperto trattando i numeri ufficiali dell’ ISS. E non sono quelli che ci vengono urlati addosso tutti i giorni.
Ora dovrebbe essere chiaro e facile da comprendere quanto sia importante poter sapere quante sono le vere morti “per Covid” e non “con Covid” e che se si conoscesse il vero numero dei decessi “causati dal Covid” e non solo l’accozzaglia di dati che confondono i “per” con i “con”, forse veramente potremmo capire quanto potrebbe essere sproporzionata la reazione politica e sanitaria alla cosiddetta pandemia e tornare almeno gradualmente, ma nel più breve tempo possibile nuovamente a “vivere”.
E ora tenetevi forte: i numeri dei veri decessi “per Covid” ci sono
Si possono estrapolare con un semplice calcolo a rigor di logica dai dati pubblicati giornalmente dall’ISS. Con buona approssimazione, mediamente i decessi “per Covid” sono circa il 15% di quelli che invece ogni giorno ci vengono comunicati e che sarebbe gravissimo se ci avessero volutamente negato la verità.
I decessi “per Covid” avvengono ormai quasi totalmente nelle terapie intensive
L’esempio di seguito si fonda sui dati ufficiali rilasciati dal Ministero della Salute e il metodo e la logica di calcolo può essere applicato indifferentemente a qualsiasi altro giorno di pubblicazione.
Col presupposto che i decessi “per Covid” avvengano ormai quasi totalmente nelle terapie intensive (e non più nelle abitazioni come a marzo). Le terapie intensive risultano ormai mediamente impegnate solo per il 25% dei posti disponibili (un paziente con grave insufficienza respiratoria viene ricoverato in ospedale).
Per fare solo un esempio, dall’analisi dei dati pubblicati dall’ISS e poi riportati da SKY TG24 il 12 Dicembre scorso, si deduce che i morti effettivi “per Covid19” siano 72 e non il totale di 649, come dichiarato.
Ecco perché:
In data 12 Dicembre 2020 sono stati dichiarati 195 nuovi ricoveri e che rispetto al giorno precedente ora se ne contavano disponibili 66 in piú. E’ inoltre giusto specificare però che la stima dei decessi (649) fa riferimento al totale dei positivi al tampone anche post-mortem, non solo “per Covid” ma anche “con Covid” causati anche da infarto, ictus etc.
A noi però quelli che effettivamente interessano e che per i motivi sopra spiegati sono quelli che a differenza del 2017 hanno provocato l’attuale stato di emergenza sono solo quelli “per Covid”.
Vediamo quindi come fare per calcolarli
Dai dati pubblicati, se si sommano ai nuovi ricoveri (195), il numero dei posti restanti vacanti rispetto al giorno precedente (66), per logica si deduce che le dimissioni totali del giorno precedente siano state 261 (195+66). E cioè i 195 posti nuovamente occupati dai nuovi ricoveri più i 66 posti rimasti vacanti dopo le ultime dimissioni.
Per concludere, essendo risaputo il dato dichiarato dall’ISS che al massimo il 25% (la percentuale varia effettivamente dal 16 al 23%) dei ricoveri in intensiva sia la percentuale che indica il numero di decessi dei qui ricoverati, il calcolo del 25% dei deceduti “per Covid” sui 261 posti liberati realizza un totale di 72 decessi “per Covid’ e non i 649 totali come dichiarato alla fonte.
Se oggi di Covid si muore essenzialmente in ospedale e nelle intensive, perché a differenza dello scorso anno i posti sono disponibili, é impossibile che a fronte di 679 vittime siano stati liberati solo 261 posti. Infatti, se il numero dei decessi dichiarati fossero tutti “per Covid” allora dovrebbero proporzionalmente risultare almeno approssimativamente dai posti liberati.
Emanuele Occhipinti