Il paradosso di Benedetto XVI, liberatore e insieme trattenitore del Male
Dichiarando la sede impedita, Papa Ratzinger ha permesso che l’apostasia si rivelasse: ma, nella veste di “katéchon”, evita (tuttora) che possa dilagare
Torniamo ancora sulla vexata quaestio relativa alla Declaratio di Papa Ratzinger perché, oltre al resto, potrebbe essere all’origine di una sorta di “paradosso di Benedetto XVI”. Il quale, lasciando libero il soglio di San Pietro, ha in qualche modo permesso lo scatenamento del Male. Quello stesso Male alla cui propagazione, tuttavia, continua a opporsi strenuamente anche dall’esilio.
Il paradosso di Benedetto XVI
Qualche tempo fa, scrivevamo della possibilità che Papa Benedetto sia il katéchon destinato a manifestarsi prima della parusia di Gesù Cristo, almeno secondo San Paolo. Che nella Seconda lettera ai Tessalonicesi avvertiva che alla vigilia degli ultimi tempi «dovrà avvenire l’apostasia e dovrà esser rivelato l’uomo iniquo, il figlio della perdizione» (2Ts 2, 3). Di cui aggiungeva che «ora sapete ciò che impedisce la sua manifestazione, che avverrà nella sua ora. Il mistero dell’iniquità è già in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo chi finora lo trattiene» (2Ts 2, 6-8).
In greco (la lingua del Nuovo Testamento), quest’ultima espressione è resa proprio con il termine Κατέχων, katéchon, che indica colui che tiene a freno l’Anticristo. E c’è chi ipotizza, per l’appunto, che tale figura sia oggi incarnata da Joseph Ratzinger.
In questo scenario, però, si creerebbe quello che potremmo definire “paradosso di Benedetto XVI”. Nel senso che, nel momento in cui ha attestato la condizione di (Santa) Sede impedita, il Pontefice tedesco ha anche “rilasciato” il modernismo clericale.
Separare i credenti dai non credenti
Non sappiamo se lo avesse messo in conto – se, cioè, pensasse di smascherare, attraverso l’espediente di una non-rinuncia canonicamente invalida, i nemici interni della Chiesa. Lasciando che rivelassero il loro vero volto, così da favorire col tempo una sorta di “scisma purificatorio”.
Però è certo, per esempio, che Papa Benedetto XVI consideri una questione impellente «separare i credenti dai non credenti». Lo ha infatti rivelato lui stesso al mensile cattolico teutonico Herder Korrespondenz, come ha sottolineato il giornalista di Libero Andrea Cionci. Allo stesso modo, sono indubbi gli interventi pubblici con cui il mite teologo bavarese ribadisce e conferma tuttora la bimillenaria dottrina cattolica. Anche se spesso sembra preferire (o essere costretto a usare, proprio perché in sede impedita) un modus communicandi fatto di messaggi in codice.
Sua Santità, insomma, potrebbe essere insieme il liberatore e il trattenitore dell’eresia. Altro che fuggito davanti ai “lupi” vaticani!