Il pediatra:”Allattamento al seno riduce morte in culla e anoressia del neonato”
L’allattamento al seno esclusivo per i primi sei mesi fondamentale nella relazione tra madre e figlio
Domenica scorsa, 12 gennaio, il Papa ha invitato tutte le donne ad allattare, qualora i loro bimbi avessero fame, anche in chiesa e nella Cappella Sistina. L‘allattamento è una fase fondamentale per la salute bio-fisica ed emotiva della madre e del bambino. Un’unione che sembra avere qualcosa di sacro, non a caso nel culto mariano abbiamo visto fiorire splendide “Madonne del latte”, icone col seno proteso al bimbo Gesù. Ma se non dovesse bastare l’intuizione per sentire questo valore universale e viscerale…l’Unicef e l’OMS hanno effettuato decenni di studi da cui sono emerse rilevanze statistiche ed evidenze scientifiche, chimiche e neurologiche per dimostrare la validità sanitaria, psicologica e sociale dell’allattamento al seno esclusivo per almeno i primi sei mesi. L’Unicef-Oms ha impostato un programma di informazione per tutte le donne, diffuso dagli operatori per la promozione e il sostegno dell’allattamento al seno.
Il dottor Franco De Luca, Presidente del Centro Nascita Montessori, per più di trent’anni pediatra di Comunità presso il consultorio familiare di Campagnano di Roma, ASL Roma 4 dove è stato anche Direttore dell’unità operativa complessa “Medicina preventiva dell’età evolutiva”, Responsabile scientifico e docente di corsi modello “Unicef 20/40 ore” per la promozione dell’allattamento al seno, Tutor Valutatore per le iniziative Ospedali e Comunità Amiche dei Bambini, autore del libro “Bambini e troppe medicine” e coautore del libro “Aiutami a mangiare da solo” entrambi editi dal Leone Verde editore, ci dice:
“Il pediatra e gli altri operatori sanitari, non devono certo obbligare una donna ad allattare contro la propria volontà ma dovrebbero essere sempre in grado di fornire tutte le informazioni e le competenze tali da permettere a ciascuna madre di esercitare il proprio diritto ad allattare e a conoscere gli svantaggi per sé stesse e per i propri figli derivanti dal non allattamento. Solo in meno dell’1% dei casi esiste un’impossibilità anatomica e/o medica reale alla produzione o alla offerta del proprio di latte.
Iniziamo dal latte; il latte materno è un tessuto vivo, contiene cellule viventi come il sangue o lo sperma, è un sistema biologico che risponde in pieno a tutti i bisogni nutrizionali del bambino. Il latte materno contiene globuline cioè anticorpi, ormoni che sono fondamentali fattori di crescita, agenti anti-infettivi e ferro in una forma assai bio-disponibile (a differenza di quello vaccino) indispensabile per il neonato. Madre e bambino sono insieme un sistema biochimico e affettivo: l’area del capezzoli emana un odore simile a quello del liquido amniotico che guida il bambino, appena nato, verso la mammella con la sola guida dell’olfatto. Per tale ragione, e non solo, è assolutamente fondamentale che il bambino appena nato sia posto sulla mamma, in un contatto pelle a pelle. Questo momento essenziale è irrecuperabile ed esiziale per la salute del bambino”.
Dottor Franco De Luca ci può dire altro su questo?
“Le evidenze scientifiche mostrano che l’allattamento al seno esclusivo almeno per i primi sei mesi, protegge il bambino da molte malattie anche gravi come i linfomi, le allergie e riduce il rischio di diabete. Anche il rischio di obesità viene contenuto perché il contatto continuato con il piccolo favorisce nella madre il riconoscimento dei segnali precoci di fame , e aiuta il bambino a percepire la propria sazietà.
Se la fame non viene riconosciuta con i suoi primi segnali ( movimenti di ricerca della testa, salivazione, lingua passata sulle labbra, il succhiarsi le mani…) si manifesterà progressiva agitazione nel bimbo e frustrazione da parte della madre, che avrà difficoltà di riuscire ad attaccare al seno un bimbo “disperato” ed esasperato dal mancato o ritardato riconoscimento dei suoi bisogni. A differenza di ciò che fanno credere diversi esperi e case farmaceutiche l’aggiunta di latte di formula è opportuna o necessaria molto raramente, ma ci sono diversi interessi dietro la pratica ‘dell’aggiuntina’ ”.
E i benefici per le mamme?
“Per la mamma l’allattamento al seno riduce il rischio di emorragie post parto grazie all’Ossitocina che fa contrarre i muscoli della parete uterina. L’ossitocina detta anche ‘ormone dell’amore’ viene prodotta sia dagli uomini che dalle donne, e nel caso delle mamme viene prodotta in grande abbondanza anche solo guardando il figlio, toccandolo e addirittura solo pensandolo. La liberazione di Ossitocina favorisce la fuoriuscita del latte ed il legame madre-bambino. L’allattamento naturale rafforza l’ empowerment della mamma, la quale si sente strumento attivo del nutrimento e della crescita di suo figlio, in direzione contraria alla depressione post-partum e al senso di inadeguatezza genitoriale”.
Per il bambino, ci dice la psicologia perinatale, il fondamento del contatto rassicurante, e dell’attaccamento sereno, la sensazione di avere sempre una risposta adeguata ai propri bisogni fisici conferisce le basi per la futura indipendenza che non può essere completamente raggiunta se prima non si è stati totalmente dipendenti. Queste abilità emotive non nascono nella dimensione cognitiva ma ancor prima da quella ormonale e affettiva e pre-verbale. L’imprinting di accoglienza e protezione ricevuto nei primi mesi e probabilmente sin dal concepimento fissa le mappe emotive con cui il futuro individuo interpreterà le proprie esperienze. Tutti i fattori ambientali culturali e biografici che si intrecceranno nella nostra vita saranno assorbiti da una capacità non razionale ma solo emotiva della percezione di se e del mondo strutturatosi nei primi giorni e mesi dopo la nascita.
Può dirci qualcosa su quel fenomeno drammatico e misterioso che chiamiamo “Anoressia mentale nel lattante”?
“La cosiddetta “Anoressia del lattante” è una condizione osservabile in bambini di età compresa circa tra i 3 mesi e i 2 anni.
E’ spesso riconducibile a una inappropriata risposta ai segnali del bambino (l’opposto della responsività) in momenti particolari del suo sviluppo fisico-emotivo (dentizione, svezzamento, malattia, nascita di un fratellino…). Escluse serie cause organiche in genere il consiglio è di sdrammatizzare la situazione, offrendo risposte più flessibili e regole rassicuranti come ad esempio evitando di offrire qualunque tipo di cibo a qualunque ora, evitando di accompagnare il pasto con giochi, racconti, intimidazioni o distrazioni come guardare contemporaneamente la TV. Il bambino non deve essere obbligato a mangiare in caso si rifiuto rispettando la sua capacità di autoregolarsi (spesso le aspettative dei genitori ed altri care-giver sono molto superiori ai reali fabbisogni nutrizionali dei bambini)”.
Ormai sarebbe ora di dire che spesso i disturbi del comportamento alimentare hanno poco a che fare con l’aspetto estetico…si tratta di conflitti che riguardano l’autostima profonda e la capacità di nutrirsi della vita e delle relazioni nel senso emotivo e affettivo. Le rovinerò un film facendo spoiler ma non resisto…si tratta di un film americano del 2017, diretto da Marti Noxon, la protagonista è una brillante ragazza sui vent’anni che soffre di anoressia. La scena risolutiva del suo dolore prende forma nella ragazza che chiede alla mamma di poter essere nutrita come se fosse appena nata, cullata nelle sue braccia. Un ricongiungimento simbolico in linea con il vero significato dell’anoressia e quindi di cosa rappresenta l’allattamento.
“Sì, chi si occupa professionalmente di anoressia mentale(psicologi e psichiatri) non ritengono certo che tale condizione sia riconducibile all’aspetto estetico che tuttal’più può essere una conseguenza e certo non una causa. L’immagine del film conferma tale approccio”.