Il prof Tutino esonerato dal vaccino: il corpo del filosofo come luogo della dissidenza
Cacciari si “immola” al vaccino e Tutino ottiene l’esonero: il corpo del filosofo risponde al potere biopolitico
Lo sciopero della fame per contestare l’obbligo vaccinale lo ha condotto all’esenzione dal vaccino per via della sua condizione clinica. E’ l’esito dell’impresa giuridica, della trattativa politica e della missione filosofica di Davide Tutino. Una battaglia che il professore di filosofia sta combattendo nel suo corpo, lo stesso che il potere utilizza oggi come ricatto assoluto verso i cittadini.
Se le nuove dittature sono imposte per mezzo di norme sanitarie e la scienza si fa propaganda, il corpo del cittadino assume il valore di un baluardo costituzionale e democratico: il corpo del filosofo come luogo della dissidenza.
Tutino e Cacciari: il corpo del filosofo come luogo della dissidenza
Solo pochi giorni fa il professor Cacciari ha dichiarato al Gazzettino di aver fatto la terza dose del vaccino anti Covid. L’ex sindaco di Venezia ha motivato la sua decisione citando Socrate, il quale si ribella all’applicazione erronea delle leggi ma non al valore ontologico delle stesse.
La sua posizione è apparsa a molti incoerente. Tuttavia, se compresa profondamente -nella sua logica paradossale- si tratta di una mossa illuminante, che pone colui che si sottopone alla somministrazione contro la propria volontà nel ruolo di vittima sacrificale al cospetto di un Potere accanito e delirante.
Al di là delle convinzioni personali sulle posizioni dei due filosofi, in entrambi i casi, di Cacciari come di Tutino, il corpo del filosofo è affamato, è provato, è trattato e somministrato contro il suo pieno consenso, è oggetto di un’estorsione violenta mentre la sua libertà interiore resta inalienabile.
Tutino ottiene l’esenzione dopo 15 giorni di sciopero della fame
“Ho perso quasi sei chili, secondo il medico devo smettere al più presto perché rischio una serie di complicazioni che si verificano a catena e sarebbe difficile arrestare. Ho momenti di debolezza, ma continuerò: per citare Draghi, ‘whatever it takes”. Lo dichiara Tutino in un’intervista all’Adnkronos. L’accademico che da 15 giorni attua il digiuno come forma di protesta e manifesta di fronte a Palazzo Chigi, è stato momentaneamente esonerato dal medico ottenendo un differimento a causa delle sue condizioni di salute.
Tutino annuncia di voler proseguire la sua azione nonostante le conseguenze che il digiuno potrebbero avere sulle sue condizioni di salute: “Quello che importa adesso è che questa fame non è mia, è la fame sia di quei 40mila che vengono allontanati dal lavoro per ragioni politiche, sia dei 50 milioni di italiani che sono condannati al totalitarismo che si afferma di giorno in giorno” afferma. “Al momento, da esente, loro devono verificare se io sia nelle condizioni tali da restare in classe e quindi bisognerà attendere che il medico del lavoro mi dichiari idoneo a stare in classe. Quando tornerò ricomincerò dove eravamo rimasti, alla disobbedienza di Socrate“.
“Il mio esonero è il piccolo miracolo di aprire un varco in mezzo all’obbligo per coloro che non si vogliono vaccinare. Cominciano ad essere tanti quelli che ci seguono, e stiamo cercando di organizzarli, basta scrivere alla mail famedigiustizia@resistenzaradicale.org” spiega il docente.
Il corpo del filosofo da Socrate a Foucault
Nella trasmissione PiazzaPulita condotta da Formigli, Tutino ribadisce ancora che a fare paura non è il vaccino ma una società che calpesta la Costituzione usando il corpo dei cittadini come oggetto di ricatto.
“Se una studentessa della mia scuola – della mia non più scuola – dovesse dire «mi dicono o mi dai il tuo corpo o ti rendo la vita impossibile» cosa dovrei dirle? Questo è il Green pass. O mi dai il tuo corpo o non mangi”.
“Siamo davvero certi che la via d’uscita sia questa in cui, persone come me, immuni perché l’hanno avuto, sono buttati fuori dal lavoro perché non aggiungono un farmaco alla loro immunità?”
Quando il professore tornerà ad insegnare avrà tutto un altro significato quel concetto di Biopolitica centrale nel pensiero di Foucault. La gestione pubblica e politica del corpo del cittadino nella società del capitale liquido, la sua utilizzazione, strumentalizzazione e controllo.
Il potere garantisce la sopravvivenza ma in cambio vuole la Vita, sociale, professionale, affettiva persino. Il potere assicura il principio della massima precauzione ma al prezzo della libertà. Intanto i protocolli di cura ministeriali sono fermi a Tachipirina e vigile attesa. Questo governo non garantisce neppure la sopravvivenza.