Il riflesso sbiadito dell’amore al tempo dell’austerity
Alberto: questo il nome del 51enne romano in cerca di una moglie extracomunitaria che abbia bisogno della cittadinanza
Che la nostra sia un'epoca di crisi – non solo economica, ma anche valoriale – è cosa risaputa. Ce lo ricordano ogni giorno i giornali, i telegiornali, financo certe trasmissioni televisive, che pure, nonostante le critiche al famoso Bar dello Sport, riscuotono sempre un notevole successo. E qualora non ci fossero giornali e telegiornali a ricordarci che c'è la crisi, quest'ultima comunque non passa inosservata – un dato su tutti: a luglio 2014 il tasso di disoccupazione era pari al 12,6%, in aumento di 0,3 punti percentuali su giugno (fonte Istat).
Se a questo aggiungiamo che in Italia le persone che vivono da sole aumentano costantemente, gli effetti della crisi si triplicano. Sono 7,7 milioni i single italiani, che per vivere da soli devono affrontare un costo del 66% in più, circa 332 euro al mese per cibo e bevande – di media – rispetto a quello di un componente di una famiglia tipo (fonte Coldiretti sulla base di dati Istat). Questi italiani single, negli ultimi 10 anni, sono aumentati del 41%.
Senza considerare quelli che vivono da soli perché reduci da un'esperienza di separazione o divorzio. Nel 2012, le separazioni sono state 88.288 e i divorzi 51.319 – dati allarmanti, seppure in calo rispetto all'anno precedente (fonte Istat).
Mettici la crisi – non solo economica, ma anche valoriale -, mettici le spese da sostenere, mettici la consapevolezza di stare per raggiungere traguardi importanti della propria vita in piena solitudine: la ricetta del mix letale è ben servita.
Succede così, che a Roma, girando per le vie del centro, capiti di imbattersi in annunci – scritti a mano – di matrimonio. "Offro matrimonio. Uomo italiano, 51enne, mai stato sposato, offre possibilità di matrimonio a donna extracomunitaria bisognosa della cittadinanza italiana ed europea. In cambio chiedo piccolo compenso in denaro (da stabilire). Primo contatto solo via email al seguente indirizzo (…). Massima discrezione. Alberto".
Dirsi sì per fame, e non d'amore. Dirsi sì per bisogno, e non per scelta. Dirsi sì, per necessità. Scegliere mai, ma delegare ad altra persona – pure bisognosa, pure in cerca del suo tornaconto – la scelta di noi, di un nostro annuncio lasciato al suo destino sui muri dell'Urbe Eterna. Delegare a lei le scelta di dirci sì, per fame, e non d'amore. Di dirci sì, per bisogno. Di dirci sì, per necessità.
Non sarà una storia a lieto fine, quella di Alberto e della donna che vorrà contrarre con lui questo patto finché-morte-non-li-separi, ché di sposi non si può proprio parlare. Forse, alla fine dei loro giorni, riusciranno a volersi bene, a sorridersi sinceramente e non perché è imposto dai 'doveri coniugali'. Ma di romantico, in questa storia che ha a che fare con l'amore a modo suo, un amore sbiadito al tempo dell'austerity, anzi il suo riflesso, non c'è nulla, se non un pezzo di carta scritto a mano in un'epoca in cui nessuno sa più come si scriva con una penna.