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Il rumore nelle grandi città: a Roma e Milano un silenzioso pericolo per il cuore

Recenti studi mettono in luce quanto l’inquinamento acustico urbano possa essere dannoso, aumentando significativamente il rischio di infarto

Taxi a Roma in Piazza Esedra

Vivere in una grande città come Roma o Milano può essere entusiasmante, ma nasconde un pericolo insidioso che si cela dietro il frastuono quotidiano: il rumore. Il traffico incessante, i lavori stradali, le sirene, i clacson e persino la vivace vita notturna non sono solo una costante colonna sonora della vita urbana, ma possono rappresentare una seria minaccia per la salute, in particolare per il cuore. Recenti studi, presentati al Congresso della European Society of Cardiology (ESC) 2024 a Londra, mettono in luce quanto l’inquinamento acustico urbano possa essere dannoso, aumentando significativamente il rischio di infarto e peggiorando la prognosi di chi ne è già stato colpito.

Il rumore e il rischio di infarto nei giovani: lo studio tedesco

Uno dei due studi, denominato Decibel-Mi, è stato condotto in Germania e ha esaminato 430 pazienti sotto i 50 anni di età, residenti a Brema, che erano stati ricoverati per infarto miocardico acuto. I risultati sono allarmanti: i giovani con bassi fattori di rischio tradizionali, come il fumo o il diabete, e quindi considerati generalmente a basso rischio di malattie cardiache, erano esposti a livelli di rumore significativamente più elevati rispetto alla popolazione generale. Questo suggerisce che l’inquinamento acustico potrebbe essere un fattore sottovalutato nella valutazione del rischio cardiovascolare, specialmente nei giovani.

Secondo gli autori dello studio, incorporare l’esposizione al rumore nei modelli di previsione del rischio potrebbe migliorare significativamente la capacità di identificare le persone più a rischio di infarto, permettendo una prevenzione più mirata e personalizzata. In altre parole, il rumore potrebbe essere considerato un nuovo fattore di rischio, al pari del colesterolo alto o della pressione sanguigna.

Rumore notturno e prognosi cardiaca: lo studio francese

Un secondo studio, Envi-Mi, condotto in Francia, si è concentrato su pazienti che avevano già subito un infarto. Lo studio ha analizzato 864 pazienti ricoverati per infarto miocardico acuto e sopravvissuti almeno 28 giorni, rilevando un legame significativo tra l’esposizione al rumore urbano, soprattutto durante la notte, e una prognosi cardiaca peggiore a un anno dall’evento.

I risultati mostrano che ogni aumento di 10 decibel (dBA) di rumore notturno è associato a un incremento del 25% del rischio di eventi cardiovascolari avversi maggiori, indipendentemente da altri fattori come l’inquinamento atmosferico o lo stato socioeconomico. Questi eventi includono morte cardiaca, nuovi infarti, ictus e ricoveri per insufficienza cardiaca, indicando che il rumore non è solo un fastidio, ma un vero e proprio fattore aggravante per la salute del cuore.

Marianne Zeller, autrice dello studio e ricercatrice presso l’Università di Borgogna e l’ospedale di Digione, sottolinea l’importanza di questi risultati: “Se confermati da studi prospettici più ampi, questi dati potrebbero aprire la strada a nuove strategie di prevenzione secondaria basate sull’ambiente, come l’installazione di barriere antirumore per i pazienti a rischio“. Questo indica una direzione futura per la gestione della salute cardiaca, in cui la riduzione dell’inquinamento acustico diventa una componente chiave della cura post-infarto.

Roma e Milano: il peso del rumore sulla salute dei cittadini

Le grandi città italiane, come Roma e Milano, non sono esenti da questi problemi. Il traffico congestionato, le attività commerciali e la movida notturna contribuiscono a livelli di rumore che superano spesso i limiti raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Secondo recenti rilevazioni, il livello medio di rumore in molte zone di Roma e Milano supera i 60 decibel, una soglia che può avere effetti negativi sulla salute a lungo termine.

A Roma, ad esempio, quartieri centrali come San Giovanni o Trastevere registrano picchi di rumore notturno che possono arrivare a 70-75 decibel, molto al di sopra dei livelli considerati sicuri. A Milano, zone come i Navigli e Corso Buenos Aires non sono da meno, con un traffico che non si arresta nemmeno nelle ore notturne. Questo significa che una parte significativa della popolazione è esposta costantemente a livelli di rumore che possono influire negativamente sulla loro salute, in particolare sul sistema cardiovascolare.

Le conseguenze sulla salute e le possibili soluzioni

Il rumore urbano non colpisce solo il cuore. Gli studi suggeriscono che l’esposizione prolungata può causare stress cronico, disturbi del sonno e aumento della pressione sanguigna, tutti fattori che contribuiscono all’insorgenza di malattie cardiovascolari. Inoltre, il rumore può avere un impatto negativo anche sulla salute mentale, favorendo l’insorgere di ansia e depressione.

Le soluzioni a questo problema non sono semplici, ma sono necessarie. Ridurre l’inquinamento acustico nelle grandi città richiede interventi strutturali e politiche pubbliche mirate. Tra le possibili misure ci sono la creazione di zone a traffico limitato, l’installazione di barriere antirumore, l’adozione di pavimentazioni fonoassorbenti e il potenziamento del trasporto pubblico per ridurre il numero di veicoli in circolazione. Inoltre, sensibilizzare i cittadini sui rischi del rumore e promuovere stili di vita più salutari possono contribuire a ridurre l’impatto di questo insidioso nemico.