Il salario minimo necessario e la sordità di ministero e sindacati
Incredibilmente i Partiti e i sindacati sono uniti nel contrastare uno strumento innovativo a favore di milioni di lavoratori
Politici e sindacalisti dovreste vergognarvi delle vostre inefficienze e dell’impreparazione che morde il vostro intelletto. La politica italiana è perennemente in ritardo rispetto al resto dell’Europa nell’affrontare seriamente le disuguaglianze strutturali nel mondo del lavoro. Recentemente è stato raggiunto l’accordo nell’unione europea per il riconoscimento di “un equo salario minimo “.
Arriva il salario minimo europeo?
E’ arrivata dunque l’ora di un salario minimo europeo come alcuni partiti e sindacalisti vorrebbero? No, anzi Partiti e sindcalisti tutti uniti nel contrastare tale strumento innovativo che eviterebbe l’umiliazione per milioni di lavoratori. Tutti d’accordo a delegare i sindacati nell’affrontare questo strumento in occasione dei rinnovi contrattuali. Sono proprio loro che hanno previsto e creato le disuguaglianze nel mondo del lavoro con stipendi da quinto mondo.
Da anni è prevalsa la logica di offrire un lavoro precario e mal retribuito senza alcuna tutela né diritti. Questa classe di incapaci che continuamente partecipa alle trasmissioni televisive beandosi che l’Italia fa parte delle sette nazioni più potenti al mondo. La differenza è nel fatto irrilevante che i cittadini delle altre sei nazioni non percepiscono uno stipendio/salario da fame. Non provano alcuna vergogna sapendo perfettamente che in Italia ci sono circa sei milioni di lavoratori che percepiscono una retribuzione di meno di dieci mila euro annui.
Per non parlare di quello che accade nel mondo della scuola con le continue esternalizzazioni a società o cooperative, che anziché applicare il contratto di appartenenza della scuola, applicano il contratto dei servizi. E riconoscono circa sei euro ora lordi per la prestazione lavorativa. Quindi bidelli, addetti al trasporto degli alunni, alle pulizie, i cuochi e gli aiuto cuochi etc.. Tutti questi addetti percepiscono uno stipendio che varia dai 500 agli 800 euro al mese.
La beffa
Ma la beffa dove sta? Essendo tutti assunti a tempo indeterminato alla chiusura della scuola vengono sospesi dal servizio per tre mesi senza alcuna retribuzione né tantomeno alcuna prestazione aggiuntiva da parte dell’INPS. Tutte queste famiglie costrette a vivere con appena 7,500 euro all’anno devono ricorrere alla Caritas per sopravvivere. Altra umiliazione. E quell’amico del giaguaro che ha preso immediatamente posizione per boicottare la decisione assunta dall’Europa adducendo che aumenterebbero le spese per gli imprenditori? Chissà perché è così sensibile alla categoria degli imprenditori.
Si definisce un grande economista e a favore del popolo, ma vive comodamente e ben pagato nelle stanze del potere e quando verrà chiamato dal padreterno il suo vitalizio continuerà ad essere erogato ai familiari. Caro Ministro Bianchi perché permetti queste assurdità nel mondo della scuola e non provi con un’azione politica seria a restituire dignità alle lavoratrici e lavoratori facendo rispettare i contratti di appartenenza e non quelli dei servizi con costi di gran lunga inferiori. I percettori del reddito di cittadinanza vivono meglio, almeno non sostengono alcuna spesa aggiuntiva per recarsi al lavoro. Evviva l’Italia del medio evo.
Cesare Giubilei