Il Tar del Lazio boccia tachipirina e vigile attesa: vacilla la vaccinocrazia
Il protocollo del Ministero della Salute che non è riuscito a evitare morti e dolori, finalmente viene rimosso dai giudici del Tar del Lazio
Una pietra tombale sulle scelte del ministro Speranza. Il protocollo del Ministero della Salute che non è riuscito a evitare morti e dolori, finalmente viene rimosso dai giudici che liberano i medici dalla tenaglia del vaccino a tutti i costi. E restituiscono dignità alle terapie domiciliari del Dottor Giuseppe Remuzzi, dell’ Avvocato Erich Grimaldi, del Dottor Andrea Stramezzi, del Dottor Mariano Amici e di quanti si siano battuti in prima linea per la salute e la tutela dei pazienti.
Il medico decide la cura in scienza e coscienza
Il contenuto della circolare del Ministro della Salute contrasta con la professionalità del medico che in scienza e coscienza deve poter scegliere come curare il paziente. Nessuno può impedire le terapie precoci e i medici devono essere liberi dalla morsa delle stringenti linee guida che hanno spinto nell’unica direzione della vaccinocrazia a favore degli interessi economici delle élite al comando. Le linee stringenti del Ministro legavano le mani ai professionisti della Medicina che devono invece poter prescrivere i farmaci più indicati per salvare dal contagio covid. Il tempo della vigile attesa è tramontato. Il medico curante decide quali farmaci salvavita somministrare.
Basta con la vigile attesa dice il Tar del Lazio
L’impiego di medicinali non steroidei utilizzati ai primi sintomi della malattia riduce del 90 per cento l’evoluzione del virus verso forme gravi. Il glutatione inibisce lo stress ossidativo importante ed è necessario come l’eparina contro i trombi. Per Giorgia Meloni queste considerazioni dopo due anni mettono una pietra tombale sull’operato di Speranza che ha la grande responsabilità di avere ignorato le forti istanze dei medici in prima linea contro il Covid e le numerosissime esperienze cliniche riportate. Il governo prenda atto di questo ennesimo fallimento.