Il web risponde, una petizione per dire sì al piano di Clemente
La risposta alla manifestazione dei Vigili dell’11 novembre in una petizione online. Tutti i dettagli del Piano
Dopo l’assemblea dell’11 novembre 2014 – trasformatasi in vera e propria manifestazione di protesta – di vigili e sindacati, continua l’infuocato scontro che divampa dalla volontà del Comandate della Polizia di Roma, Raffaele Clemente, di dire sì al Piano Anticorruzione per la Polizia di Roma Capitale. Il retroscena e fondamento giuridico dell’imperativo da parte del Comandante è da rinvenirsi nella Legge n. 190/2012 "Anticorruzione" recante "Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione” e nel Decreto legislativo n. 33/2013 "Trasparenza", recante "Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni".
Si tratta di veri e propri atti formali che apportano importanti novità al sistema degli enti locali e delle amministrazioni pubbliche. E’ nella suddetta legge che si prevede la rotazione periodica dei pubblici incarichi, allo scopo – ritenuto di primaria importanza – di ridurre ipso iure il rischio di fenomeni di corruzione, cui si trovano esposti i funzionari pubblici nei vari territori. La normativa chiarisce che il tentativo di tale riduzione si sposa con i principi di garanzia democratica che governano – o dovrebbero governare – il nostro Paese.
A supporto del Comandante arrivano Carteinregola, Cittadinanzattiva Lazio Onlus, CILD Centro d'Iniziativa per la Legalità Democratica, Roma Nuovo Secolo e altri esponenti di pubblici interessi – con una petizione disponibile qui – che ritengono giustificata l’attuazione del Piano e che si dichiarano disponibili a bloccare eventuali insurrezioni di protesta da parte di cittadini e funzionari. Sul versante contrapposto troviamo, invece, CIGIL CISL e UIL, che accusasano il comandante Clemnte e lo stesso sindaco Marino con l’argomentazione che il sì al Piano Anticorruzione e la conseguente nuova turnazione dei funzionari, arrecherebbero soltanto un danno d’immagine, privo di senso fondato e di lungimiranti vantaggi.
La bilancia sembra comunque non voler pendere a favore dei lavoratori e dei loro diritti, né sembra voler dar loro la possibilità di esporsi, negando loro quasi quel diritto di protesta che sembra volersi riconoscere solo quando in ballo ci sono gli interessi di chi comanda.