Ilaria Capua, appello ai No Vax: “Siete risorsa scientifica, collaboriamo”
Ilaria Capua: proposta choc per “cavie umane” o invito alla collaborazione scientifica?
La virologa Ilaria Capua è intervenuta ieri sera, 26 gennaio, alla trasmissione Di martedì condotta da Giovanni Floris. La dottoressa direttrice del UF One Health Center ha parlato di vaccini e in particolare delle mutazioni del virus e della sfida vaccinale che si sta rivelando complessa e in ritardo nella fase di distribuzione.
Al momento Infatti, ciò che preoccupa maggiormente gli scienziati, nonché i governi, sono le cosiddette varianti del Sars-coV-2. La variante inglese sembra essere riconosciuta dall’organismo in seguito al vaccino Pfizer e Moderna ma non si può dire lo stesso della variante brasiliana.
Spiega la Capua: “Le mutazioni non hanno modificato l’esterno del virus, in questo momento tutte le varianti mantengono l’esteriorità che è importante riconoscere con gli anticorpi indotti del vaccino”. E sulla letalità afferma: “Non abbiamo nessuna evidenza relativa al cambiamento della letalità, c’entra solo come si muove il virus”.
Ilaria Capua ai No Vax: “partecipare a studi”
La Capua è spesso presa di mira dai No Vax, ma ci dà anche una nuova lettura del fenomeno e dice: “Vorrei fare un invito ai No Vax. Non vanno presi a parolacce e possono diventare una risorsa. Abbiamo bisogno di capire come si comporta un organismo che non rispetta misure ritenute utili della comunità scientifica. I No Vax dunque, potrebbero partecipare volontariamente ad alcuni studi e far capire se il fatto di non volersi vaccinare allunga o accorcia la vita, migliora o peggiora la qualità della vita” propone la scienziata. Cosa sta dicendo la scienziata tra le righe? Vorrebbe coinvolgere i No vax per farli sentire inclusi e rassicurati sulle pratiche vaccinali? O gli sta quasi proponendo di fare da cavie…pur rispettando la loro volontà di non vaccinarsi?
La scienziata si sofferma poi sulle difficoltà di distribuzione e trasporto del vaccino. “Non abbiamo considerato che la catena del freddo sarebbe stato il collo di bottiglia. Non abbiamo vaccini termostabili che possono essere spediti per posta e questa è una linea di ricerca che andava avviata già 50 anni fa. Ma non abbiamo capito che sarebbe stata importante per tutto il pianeta”.