Impeachment per Biden, dalla Camera Usa via libera all’inchiesta
Sleepy Joe è accusato di aver sfruttato illecitamente la carica di vicepresidente di Obama per favorire gli affari “di famiglia”: è improbabile che venga destituito, ma in campagna elettorale potrà risentirne
Il Congresso degli Stati Uniti ha approvato la mozione che autorizza le investigazioni per raccogliere prove finalizzate a mettere Joe Biden sotto impeachment. La procedura era stata avviata nel settembre scorso dall’ormai ex speaker della Camera Kevin McCarthy, ma senza un passaggio parlamentare che la ufficializzasse. In ogni caso, a dispetto delle gravi accuse, la “gaffe machine” dovrebbe poter dormire sonni (relativamente) tranquilli.
Via libera all’inchiesta per l’impeachment di Biden
«Oggi, la Camera ha compiuto un passo cruciale nei nostri accertamenti» su Biden, «aprendo formalmente un’inchiesta di impeachment». Così, come riporta The Telegraph, lo speaker repubblicano Mike Johnson, ricordando contestualmente «gli estratti conto che mostrano milioni di dollari confluiti dalla famiglia Biden a nemici stranieri». Nonché i testimoni che hanno attestato le «numerose interazioni» di Sleepy Joe «con i clienti esteri della sua famiglia».
Le imputazioni, come scrivevamo, si riferiscono al periodo in cui il Nostro era vicepresidente di Barack Obama. E avrebbe sfruttato il suo ruolo per favorire gli affari “di famiglia”, la cui gestione era stata appaltata allo scapestrato secondogenito Hunter Biden. Che però, precisa il New York Post, avrebbe coinvolto direttamente il first dad in traffici opachi con imprenditori, politici e oligarchi cinesi, russi, ucraini, messicani e kazaki.
Tale circostanza è stata sempre smentita dal diretto interessato, ma è confermata dal file che l’FBI è stato costretto a pubblicare dopo un insabbiamento durato tre anni. E ora, chiosa Fox News, sarà tra quelle che finiranno sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti che, assicura il Grand Old Party, «seguiranno i fatti dovunque condurranno».
I possibili scenari
Come sottolinea il Corsera, l’impeachment non è un procedimento penale, bensì politico. Il che spiega, almeno in parte, perché nessun Presidente Usa sia mai stato rimosso dall’incarico attraverso questa procedura, anche in presenza di evidenze schiaccianti. Come accadde per Bill Clinton, su cui non potevano esserci dubbi sul fatto che avesse mentito al Grand Jury sulla sua relazione extraconiugale con Monica Lewinsky.
Da questo punto di vista, il caso in essere non dovrebbe fare eccezione. Non foss’altro perché il verdetto finale spetta al Senato, attualmente controllato dai Democratici e dove comunque occorrerebbe la maggioranza qualificata dei due terzi dei votanti.
Eppure, la mossa del GOP potrebbe non essere del tutto priva di conseguenze per il leader del Partito dell’Asinello. Come infatti rileva TGCom24, l’indagine si svolgerà verosimilmente in piena campagna elettorale per la Casa Bianca, coi sondaggi presidenziali già ora ai minimi termini. D’altra parte, quando si è toccato il fondo, non restano che due alternative: risalire, oppure scavare.