Roma, in Campidoglio scoppia il “caso Nieri”
Intercettazioni telefoniche: Nieri in contatto con un’occupante dell’Angelo Mai. In Campidoglio è caos
Non sono momenti facili, questi, per il Campidoglio. Dopo un tira e molla interno al Pd, tra Marino e Renzi, relativo al Salva-Roma, un bilancio che non lascia ben sperare – soprattutto i dipendenti comunali, che temono la decurtazione dei loro salari –, un’emergenza rifiuti che più emergenza non si può, arriva il capitolo ‘bufera Nieri’ a dare il colpo di grazia definitivo.
Già, perché la telefonata intercorsa tra il vicesindaco Luigi Nieri, in quota SEL, e una portavoce degli occupanti dell’Angelo Mai, Giorgina Pilozzi, sgomberato per la terza volta lo scorso 19 marzo, non è andata giù a molti. Nella telefonata tra i due – poi finita negli incartamenti del fascicolo che hanno portato al sequestro e allo sgombero dell’Angelo Mai; nell’inchiesta sono coinvolte 39 persone, alcune delle quali (15 in tutto) per associazione a delinquere – si parlava di una promessa: rimediare allo sgombero. Le intercettazioni sono state rese note da Il Messaggero e dal Corriere della Sera.
Oltre all’Angelo Mai, il 19 marzo scorso venivano sequestrate anche le strutture di via delle Acacie e la scuola Hertz, al Tuscolano. Queste, poi, furono dissequestrate, nuovamente rioccupate e, infine, nuovamente sgomberate qualche giorno fa. Gli occupanti sono stati poi portati in alcuni residence. Secondo quanto riferito da Il Messaggero e dal Corriere, il dissequestro degli stabili sarebbe quindi stato reso possibile perché ‘la mano era stata forzata’ – ecco ciò che si evincerebbe dalle telefonate. E poi un “tranquilla, al giudice ci penso io” di troppo. Da quanto riferisce Il Messaggero, inoltre, nell’inchiesta sarebbero coinvolte anche altri esponenti della maggioranza capitolina.
Ma sulle intercettazioni il vicesindaco non fa una smorfia. Anzi, rincara la dose. “«Chi amministra è chiamato ad assumere decisioni e talvolta a forzare la mano. È un dovere per chi intende la politica come un servizio alla collettività e crede nella giustizia sociale». Potrebbe essere una frase estrapolata dall’intercettazione telefonica che mi riguarda e che oggi è stata pubblicata da alcuni quotidiani, invece è un estratto dall’articolo che ho firmato lo scorso 5 aprile sulle pagine de Il Manifesto” – dichiara.
Con queste parole, Nieri, vuole dire che “non c’è alcuna differenza fra le mie conversazioni private e le mie dichiarazioni pubbliche, perché il mio atteggiamento è sempre stato coerente con le mie convinzioni e il mio credo politico”. E poi aggiunge: “Il mio numero di cellulare ce l’hanno tutti, perché sono un amministratore vicino alla gente e sono sempre a disposizione di chi ha problemi e affronta difficoltà. È così che interpreto anche il mio ruolo di vicesindaco di Roma, mi faccio mediatore dei conflitti sociali, perchè è mio preciso dovere”.
Nemmeno a dirlo, la situazione ha suscitato non poco clamore tra i banchi dell’opposizione. Non sarà reato, ma un po’ di scompiglio vuoi che non si crei? Perché il vicesindaco concordava le mosse con gli occupanti, promettendo loro di ripristinare una situazione di illegalità – quale è l’occupazione. Ma SEL non è in maggioranza al Campidoglio? Non è più conveniente – e meno imbarazzante – per un partito deliberare sull’emergenza casa, visto che se ne ha la possibilità e sempre che non si voglia far fare alle strutture abbandonate del Comune la stessa fine dell’ex Residence Roma, di via di Bravetta? Non sarebbe meglio mediare davvero non con una telefonata ma con atti che siano utili a sistemare la situazione drammatica che tante famiglie stanno vivendo, anche quelle che non fanno capo ai Movimenti per la Casa e che aspettano che venga loro assegnata una casa da anni?
Sveva Belviso, capogruppo NCD in Campidoglio, ha chiesto dal canto suo l’impeachment, puntando il dito contro “un racket politco-culturale che ritiene di vivere del tutto al di fuori delle regole, e che fa della disperazione della gente un serbatoio di consenso elettorale”.
Anche Fabrizio Santori, consigliere regionale, parla chiaro e tondo: “Sono in corso assegnazioni mascherate di alloggi popolari ad occupanti abusivi senza titolo. A Monte Stallonara la cooperativa Eriches29 della coop 29 giugno, ha già predisposto le assegnazioni di circa 15 alloggi provenienti dalle occupazioni illegali dell’Angelo Mai”. E poi annuncia: “Abuso d’ufficio e violazione delle normative regionali sull’assegnazione degli alloggi popolari: con questi reati denuncerò alla Procura della Repubblica di Roma il sindaco Marino e il vicesindaco Nieri. Le gravi intercettazioni del vice sindaco, che di fatto dimostrano come il Campidoglio sia in prima linea per evitare gli sgomberi degli occupanti abusivi, sono solo la punta di un iceberg di un sistema marcio che subisce, costantemente, il ricatto dei movimenti per la casa”.
Anche secondo Alessandro Onorato, capogruppo Lista Marchini in Campidoglio, “la connivenza della Giunta Marino con il racket delle occupazioni è inaccettabile ed è paradossale che debba essere la Magistratura a garantire il ripristino della legalità”.
Dagli scranni della maggioranza, a pronunciarsi è Gianluca Peciola, capogruppo SEL in Campidoglio, attivo anche nelle giornate che hanno riguardato lo sgombero dello stabile ex INPS di via Baldassarre Castiglione e la successiva occupazione del Municipio VIII, poi sgomberato (sembra senza intervento coatto delle Forze dell’Ordine), qualche giorno fa. “Piena vicinanza personale e politica al vicesindaco Luigi Nieri – dichiara Peciola – che coerentemente con il suo mandato e le sue convinzioni politiche ha svolto un ruolo di mediazione in una fase delicata della vita sociale della città. E’ evidente che SEL sia sotto attacco perché nel nostro progetto di governo di Roma le esperienze di autogestione di produzione sociale e culturale dal basso hanno piena cittadinanza”.
Qualche minuto fa, ha aggiunto: “Alcuni autorevoli quotidiani prendono di mira Luigi Nieri in particolare, la compagna Fantino e il sottoscritto in merito al rapporto con i movimenti sociali della città. E’ una campagna volta a delegittimare quanti intendono il proprio mandato come leva per raggiungere obiettivi di giustizia sociale e redistribuzione delle risorse. Quello che viene annunciato come scoop non è altro che la nostra quotidianità”.