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In Europa gli adolescenti sono a rischio dipendenza da videogiochi e dal gioco d’azzardo on line

In una ricerca condotta su un campione di 8.700 studenti tra gli 11 e i 17 anni, il 12 per cento, soprattutto maschi è a rischio dipendenza

Ragazzo con smartphone_pexels-rdne

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La Commissione europea e il Consiglio d’Europa lanciano l’allarme: in Europa gli adolescenti, in particolar modo maschi, sono a rischio da dipendenza da videogiochi e dal gioco d’azzardo on line. Le perdite economiche associate al gioco d’azzardo possono ingenerare sentimenti di vergogna, senso di colpa e bassa autostima. Gli adolescenti affetti da dipendenza da videogiochi presentano anche una maggiore probabilità di soffrire di depressione e ansia sociale.

Le dipendenze da gioco d’azzardo

Questi solo alcuni dei dati e altre decine di informazioni sul tema delle dipendenze da gioco d’azzardo e videogiochi che sono stati presentati, nelle ore passate a Roma presso l’hotel Quirinale, dal gruppo di lavoro Pompidou, organismo del Consiglio d’Europa, in collaborazione con l’Unione europea. Si è trattato di una due giorni di lavoro, organizzata all’unisono dal Consiglio d’Europa e dall’Unione europea in cui è stato presento un nuovo progetto per affrontare e contrastare questa problematica dei video giochi e del gioco d’azzardo on line che investe i nostri giovani.

Il progetto, attuato dal Consiglio d’Europa in cooperazione con la Commissione europea vedrà coinvolti nove Paesi: Cipro, Croazia, Italia, Malta Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovenia e Ungheria. Il nome burocratico del progetto è “Promuovere la salute mentale di minori e giovani affrontando i rischi posti dai videogiochi e dal gioco d’azzardo online”.

Per comprendere la situazione basti pensare al fatto che secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, i disturbi associati ai videogiochi e al gioco d’azzardo su Internet nella Classificazione internazionale delle malattie occupano un posto di rilievo nelle patologie negative per la salute pubblica.

I giocatori d’azzardo patologici

Sul tema del gioco compulsivo su internet si è dilungata, Orsolya Király, ricercatrice e docente presso l’Istituto di Psicologia, Eötvös Loránd University, di Budapest, la quale, basandosi su una recente ricerca ha affermato come gli sviluppatori di giochi traggano profitto in modo sproporzionato dai giocatori d’azzardo patologici, piuttosto che dai clienti con alti guadagni. Proprio per questo ha sottolineato come i progetti di riforma del settore debbano basarsi sul principio di “sicurezza dalla progettazione”.

Non sono mancate le personalità italiane, tra cui Paolo Molinari capo del dipartimento delle politiche antidroga presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, Simona Pichini direttrice del Centro Nazionale dipendenze e doping dell’Istituto superiore di sanità ed Elisa Benedetti, ricercatrice del Consiglio Nazionale delle Ricerche.

In una ricerca condotta da queste due istituzioni italiane, su un campione di 8.700 studenti tra gli 11 e i 17 anni, il 12 per cento, soprattutto maschi è a rischio di dipendenza. Il dato proiettato a livello nazionale dà la cifra di 500mila ragazzi. Il 2,5 percento degli intervistati farebbe uso compulsivo del social media mentre l’1,8 per cento si isola per mesi in casa vivendo la realtà esclusivamente attraverso lo schermo del computer o del telefonino. I ragazzi con età compresa tra gli 11 e i 13 anni hanno una probabilità 5,54 volte superiore di manifestare depressione e 3,65 volte maggiore della media di sviluppare depressione grave o molto grave.

C’è molta preoccupazione da parte dei governi e quello italiano in particolare ha stanziato 5 milioni di euro per una azione da sviluppare insieme con le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, per promuovere progetti intesi a favorire la prevenzione da dipendenze tra i giovani, comprese quelle correlate all’utilizzo di internet.

Eugenio Parisi