In Nations League termina la striscia vincente dell’Italia: 2-1, Spagna in finale
A San Siro gli Azzurri vanno sotto di due gol e di un uomo ma non mollano. Fatale l’espulsione di Bonucci, inutile il gol di Pellegrini: Italia alla finalina per il 3°/4° posto
Dopo tre anni doveva accadere ma fa male ugualmente, soprattutto in una semifinale di un torneo. A Milano la Nazionale perde 2-1 contro la Spagna (prima sconfitta interna da 5 anni a questa parte) e deve dire addio all’accoppiata Europeo-Nations League. La Roja, manovriera come al solito ma molto cinica, mette fine all’imbattibilità da record degli Azzurri dopo 37 partite senza il sapore della sconfitta.
Spagna avanti, Italia sprecona e in 10
In un San Siro rumorosissimo – e, come spesso succede quando gioca la Nazionale, molto discutibile – Italia e Spagna decidono di giocare senza una punta centrale pura: da una parte Bernardeschi, dall’altra Ferran Torres. Dopo gli inni (con quello ospite fischiato da gran parte dello stadio) la prima azione pericolosa è dell’Italia con Federico Chiesa. L’attaccante della Juventus, che si rivelerà anima e cuore degli Azzurri per tutta la partita, impegna Simon già al quinto minuto con un destro da fuori.
Le Furie Rosse accelerano e prendono il controllo del gioco, ma vanno in vantaggio con una palla molto rapida in ripartenza che trova impreparata la difesa azzurra: dalla sinistra Oyarzabal mette un cross basso per Torres che insacca al volo di destro. 0-1 al minuto 17. Gli Azzurri rischiano di capitolare due minuti dopo: protagonista Gigio Donnarumma, sommerso di fischi al ritorno nello stadio che l’ha visto protagonista per sei stagioni al Milan. Il portiere del PSG sente la pressione e si lascia sfuggire un tiro semplice scoccato da Marcos Alonso: per fortuna la palla carambola sul palo (come Pagliuca a USA ’94) e il risultato non cambia.
Dopo lo scampato pericolo gli Azzurri cominciano a salire d’intensità e mettono in grossa difficoltà il possesso palla spagnolo con un pressing asfissiante. Prima Bernardeschi chiama in causa Simon che tocca la palla sul palo, poi (35′) proprio su un recupero alto Emerson pesca Insigne che a tu per tu col portiere apre troppo il destro e manda la palla a lato. È l’occasione più nitida di tutta la partita, turning point assoluto accoppiato con l’episodio che si verifica 7 minuti dopo, ossia l’espulsione di Bonucci. Il difensore juventino, già ammonito per proteste, prende il doppio giallo per un gomito troppo alto su Busquets. Arbitro Karatsev inflessibile e Italia in 10, che subisce il raddoppio prima dell’intervallo, ancora grazie all’asse Oyarzabal-Ferran Torres. L’attaccante del Manchester City stavolta supera Donnarumma di testa dopo due tocchi di prima in area delle Furie Rosse.
Reazione finale inutile
Sotto di due gol e con un uomo in meno, Mancini corre ai ripari inserendo capitan Chiellini (sostituito da Bastoni nell’undici titolare) per Bernardeschi. La Spagna incomincia il secondo tempo con l’obiettivo palese di addormentare il ritmo con il proverbiale palleggio a ritmo blando. Senza palla gli Azzurri faticano ad uscire dalla metà campo e a creare occasioni. Al minuto 61 Chiesa colpisce il palo ma viene pescato in fuorigioco, due minuti dopo Oyarzabal di testa si divora il 3-0.
Quando la partita sembrava scivolare via verso una comoda vittoria spagnola, l’Italia riapre la partita grazie al cuore di Federico Chiesa: su una leggerezza post-corner della Roja, lo juventino ruba palla e s’invola a tutta velocità verso la porta, ma all’ultimo aspetta l’arrivo di Lorenzo Pellegrini che, appena entrato, segue l’azione e deve solo appoggiare in rete. Il vantaggio dimezzato rinvigorisce San Siro che prova a spingere gli Azzurri, ma gli ultimi sterili assalti non portano risultati.
Dopo 6 minuti di recupero Karatsev fischia la fine: la Spagna si vendica a distanza di tre mesi esatti dalla semifinale di Wembley e va in finale, dove affronterà la vincente di Francia-Belgio, in programma a Torino. Per la Nazionale la finalina per il 3°/4° posto e l’incantesimo spezzato dell’imbattibilità dopo la striscia record di 37 partite senza sconfitte.