A scuola senza internet. Studenti: “Ecco la nostra settimana offline”
Ecco la scuola che sperimenta la settimana offline, per educare gli studenti a una maggiore consapevolezza di tecnologia e social network
A scuola senza internet? Evidentemente si può. La trovata sembra in effetti fuori contesto, soprattutto di questi tempi. Sta di fatto che presso l’istituto Checchi di Fucecchio, nel fiorentino, la settimana offline è realtà. Con buona pace della teoria della tecnologia indispensabile, soprattutto per fini didattici.
L’iniziativa
L’idea nasce col fine di sensibilizzare gli studenti a una maggiore consapevolezza dell’utilizzo dei social network e in generale degli smartphone.
L’iniziativa è portata avanti dal settembre 2021, subito dopo il periodo più complicato del post pandemia. La scuola, aveva provato ad attuare la proposta della settimana senza smartphone. Gli studenti nella prima settimana di scuola lasciano i telefonini e trascorrono una settimana differente, comprensiva anche di una permanenza in un ostello, messo a disposizione dal Comune.
La proposta è rivolta a tutti gli studenti dell’istituto.
Come si svolgono le giornate
“La mattina portiamo i ragazzi a scuola con un pulmino” – fanno sapere dall’istututo “poi pranziamo insieme in una trattoria convenzionata e il pomeriggio organizziamo delle gite per tutta la Toscana. La sera, quando si torna a dormire in ostello, è il momento più temuto: c’è chi teme di non riuscire ad addormentarsi senza ‘la compagnia’ del telefonino, ma i ragazzi imparano a riempire il vuoto lasciato dagli smartphone con la musica, i libri, le chiacchiere. La settimana finisce con una cerimonia in cui la preside restituisce il telefono ai ragazzi, che non vedono l’ora di riaverlo”.
Ecco dunque che l’intento è quello di imparare a ritagliarsi degli spazi di vita offline, senza trascorrere tanto tempo davanti al telefonino soprattutto mentre si è impegnati in un’attività, specie se legata allo studio, o mentre si trascorre del tempo con una persona.
I risultati
Una procedura che in effetti pare funzionare. C’è chi tra gli studenti ammette di aver imparato a gestire meglio lo smartphone, per esempio spegnendolo prima di addormentarsi la sera.
C’e chi afferma di essere riuscito a leggere un libro in pochi giorni, recuperando dunque la capacità di appassionarsi alle pagine in carta ed ossa. Qualcuno registra anche una migliorato rapporto con l’utilizzo dei social. Un dettaglio tutt’altro che trascurabile se si considera l’effetto che essi possono produrre nella mente di un adolescente, sottoposto a impulsi e a sollecitazioni di carattere socioemotivo.
Sempre più spesso infatti, l’abuso dei social comporta il continuo paragone della propria vita con quella altrui. Così, i giovani spesso interpretano in maniera errata le condivisioni degli altri coetanei, lasciandosi condizionare da un’apparente felicità altrui.
Una condizione che induce a considerare negativamente la propria situazione e posizione sociale, ritenendola meno affascinante e interessante. Un processo certamente errato, ma che sempre più frequentemente è causa di malessere e insicurezza nei giovani.