Inaugurazione Ponte di Genova: simbolo di risorse e mancanze dell’Italia
La vicenda del Ponte di Genova incarna la capacità del nostro paese di riprendersi tempestivamente ma anche l’incapacità di progettare nei momenti di calma
Oggi, 3 agosto, viene inaugurato il nuovo Ponte di Genova, tra mesti festeggiamenti e indagini sugli interessi privati e le omissioni pubbliche che provocarono il collasso della struttura.
La drammatica vicenda del Ponte di Genova, avvenuta il 14 agosto del 2018, incarna perfettamente alcune caratteristiche del nostro paese. Personifica e rappresenta quell’Italia dove i ponti possono crollare uccidendo 43 persone, come in un paese povero e svantaggiato del quarto mondo. E al contempo è una realtà che riesce a ricostruire quel ponte in soli due anni. Il nostro paese sembra capace di grandi abilità, forte impegno e menti geniali, solo a tragedia avvenuta o in stato di emergenza. La stessa dinamica l’abbiamo infatti vista con l’urgenza sanitaria Covid-19. Siamo stati capaci di rispondere in modo efficace e coeso perché si trattava di un contesto eccezionale. Tuttavia quando si tratta di progettare, di essere lungimirante, il nostro paese è spesso deludente.
Una nazione matura però, dovrebbe essere capace non solo di riprendersi in un momento traumatico, ma soprattutto di progettare quando c’è la calma per farlo. Questo è uno degli atteggiamenti della nostra classe dirigente che ci pone sempre in una posizione di inferiorità rispetto agli altri stati europei, rendendoci difficile competere con essi. Dunque l’Italia deve uscire da questa sorta di condizione infantile in cui risponde in modo responsabile di sé solo sotto la pressione dell’urgenza e il motore della paura. Ne va della nostra credibilità, della nostra sicurezza, della nostra economia, e del nostro ruolo in Europa.