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Incendio Tmb Salario. Direttore Arpa Lazio: “Inquinamento elevato”

In un’audizione parlamentare Marco Lupo, dg dell’Agenzia regionale, ha riepilogato i dati rilevati finora

Si è parlato del Tmb Salario, nell’audizione che si è svolta stamattina presso la commissione bicamerale Ecomafie. E già il fatto che ci sia anche quest’ultima, tra gli enti che si stanno occupando dell’incendio di martedì 11 dicembre, la dice lunga su quanto sia improbabile che il divampare delle fiamme abbia avuto natura accidentale.

Del resto, fin dai primissimi accertamenti era balzato all’occhio il fatto che gli impianti di videosorveglianza non funzionassero dal giorno 7, ovverosia dal venerdì precedente. Anche se stranamente nessuno se ne era accorto e nessun allarme, perciò, era stato lanciato. Una sincronia davvero inquietante, che rende a dir poco verosimile un collegamento tra il ‘guasto’ e il rogo.

Già il 13 dicembre, perciò, i magistrati che stanno gestendo l’inchiesta (il procuratore aggiunto Nunzia D’Elia e i sostituti Luigia Spinelli e Carlo Villani) avevano deciso di sottoporre a sequestro la postazione utilizzata per il controllo delle riprese video. Se la disattivazione risultasse dolosa, ne uscirebbe assai rafforzata l’ipotesi che pure l’incendio sia stato appiccato volontariamente.

Proprio in questa chiave, ieri sono stati apposti i sigilli all’ingresso laterale del Tmb, che potrebbe essere quello usato per appiccare le fiamme. In tal caso, sarebbe possibile rinvenire tracce dell’innesco utilizzato dai responsabili.

Incendio Tmb Salario. Il direttore Arpa: “Diossina, Ipa, Pcb”

Durante l’audizione, il dg di Arpa Lazio Marco Lupo ha riepilogato le procedute adottate per monitorare i livelli di inquinamento dopo il rogo e i risultati che sono emersi. Eccone i tratti salienti nella sintesi fornita dall’Agenzia Dire. Quanto alle sigle utilizzate, ricordiamo a cosa corrispondono: Ipa indica gli idrocarburi policiclici aromatici, Pcb i policlorobifenili, e Pm, solitamente seguito dal numero 10, il Particulate Matter o Materia Particolata. 

“Dopo l’incendio – ha detto Lupo – abbiamo subito installato dei campionatori specifici per misurare l’eventuale emissione di sostanze nocive, abbiamo analizzato i dati delle centraline fisse che nel Lazio sono una quarantina e abbiamo sviluppato dei modelli di ricaduta che individuano le aree dove c’è più possibilità di deposito di sostanze inquinanti. Abbiamo installato un campionatore ad alto volume a 30 metri dall’incendio con filtri estratti ogni sei ore e uno a basso volume vicino alla scuola Maiorana a circa un chilometro dall’incendio”.

Più in dettaglio, ha proseguito il dg di Arpa Lazio, “abbiamo utilizzato le centraline di Villa Ada, corso Francia e via della Bufalotta che abitualmente misurano il Pm10 ma all’occorrenza anche diossine, Ipa e Pcb. Dal giorno dell’incendio soprattutto a Villa Ada c’è stato un incremento del Pm10 da 21 a 56 microgrammi per metro cubo il martedì fino a 62 il mercoledì, superando il limite di legge di 50 che non può essere sforato per più di 35 giorni all’anno, poi da giovedì e venerdì con le precipitazioni il valore è cominciato a scendere e le sostanze non erano più presenti in aria”.

Diossina: molto oltre i limiti fissati dall’Oms

Riguardo ai metalli, quali piombo, arsenico e cadmio, “ non sono stati superati i limiti di legge, mentre per diossine e furani (molecole potenzialmente cancerogene, ndr) vicino l’impianto martedì si è passati da 0,7 picogrammi per metro cubo fino 4,5, poi mercoledì da 6 fino a un picco di 9 picogrammi, quando il limite raccomandato dall’Oms in ambienti urbani è 0,1. A Villa Ada e Maiorana si è arrivati fino a 0,4.” Infatti, ha spiegato Lupo, “sui Pcb abbiamo registrato valori importanti, nella zona adiacente al Tmb martedì il valore era di 1.019 picogrammi per metro cubo, è sceso e poi risalito mercoledì a 524, anche alla Maiorana era di 378 e a Villa Ada di 446. Sulle Ipa il limite è di 1 nanogrammo per metro cubo come media annuale ed è stato superato abbondantemente: vicino all’impianto il valore era di 2,86 martedì si è arrivati fino a un picco di 35 e a Maiorana abbiamo registrato un valore di 3”.

Com’è ovvio, il monitoraggio prosegue. E soprattutto sono attese le valutazioni della Asl riguardo alla pericolosità per la salute umana.

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