Roma, incidente Boccea: il legale dei rom: “Io minacciata di morte”
Samuele, il 19enne è stato scarcerato. Restano dentro Maddalena e il 17enne alla guida dell’auto
Parla il legale di Samuel, il 19enne rom accusato di concorso in omicidio per l’incidente di Boccea, a seguito della scarcerazione di quest’ultimo, disposta ieri dal gip. Al contrario, restano per ora in carcere A., il 17enne alla guida dell’auto, e Maddalena, la sorella dei due. Carola Gugliotta: è lei il legale di Samuel e Maddalena, e questa mattina è intervenuta ai microfoni di Radio Cusano Campus, nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
“Samuel è tornato in libertà, Il Gip ha convalidato il fermo ma ha disposto la scarcerazione, ritenendo che non sussistano a carico di Samuel gli elementi di colpevolezza visto che lui era sul sedile posteriore della vettura”. Il ragazzo, spiega Gugliotta, “si trovava passeggero sul sedile posteriore e avrebbe tentato in ogni modo, come confermano anche gli altri passeggeri, di convincere il guidatore della macchina a fermare la sua folle corsa. Resta comunque indagato per omicidio volontario”.
Per quanto riguarda la situazione di Maddalena, la ragazza “resta in carcere anche se spero che nella prossima settimana possa essere liberata. È molto scossa, il suo volto è apparso in TV, ha paura di eventuali ritorsioni”, spiega l’avvocato. “Quando il Gip ha convalidato l’arresto nei suoi confronti c’erano soltanto le sue dichiarazioni, non quelle degli altri che confermano come lei fosse sul sedile posteriore e avesse tentato in ogni modo di convincere il guidatore a fermare la vettura. Prima c’erano soltanto le sue dichiarazioni, ora che sono confermate anche dagli altri speriamo che il giudice possa rivedere la propria posizione”.
E poi aggiunge: “Sono stata minacciata su Internet, con insulti di ogni tipo e auguri di morte. Una cosa svilente, che ha destato molta preoccupazione nei miei familiari: noi avvocati difendiamo il diritto, non possiamo essere identificati col delitto”. Si dice delusa Gugliotta “nel vedere che il nostro ruolo viene sminuito e associato materialmente al reato commesso e non alla difesa che è obbligatoria nel processo penale. Non può esistere un processo senza difensore. Poi le considerazioni morali sul fatto si devono anche scontrare su quello che è il grado di responsabilità dei passeggeri all’interno del veicolo, ma queste valutazioni si faranno in un processo, ovviamente il loro grado di responsabilità nel reato non può essere associato alla mia persona. Mi esimo dal ripetere gli insulti che mi sono stati rivolti, ma materialmente mi hanno rivolto vere e proprie minacce di morte. C’è chi si augura di incontrarmi per uccidermi, chi di mettermi sotto con la macchina, chi dice che non vede l’ora di trovarmi nel buio, chi vorrebbe investire la mia famiglia o i miei figli. Queste minacce deludono il nostro senso morale e offendono la nostra dignità professionale”.