Incidente di Alex Zanardi: intervista al chirurgo maxillo-facciale
Incidente Alex Zanardi. Abbiamo intervistato il noto professor Francesco Riva, chirurgo maxillo-facciale e consigliere del CNEL
Incidente Alex Zanardi. Abbiamo intervistato il professor Francesco Riva, chirurgo maxillo-facciale e consigliere del CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro), per capire cosa può comportare su un volto il violentissimo impatto che ha coinvolto il paraciclista Alex Zanardi.
Incidente Alex Zanardi e la questione del casco
“Il gravissimo incidente che ha coinvolto Zanardi, vede nella dinamica un impatto diretto contro un camion e questo ha comportato uno sconquasso cranio-facciale. Il punto è capire se il casco si è rotto con l’impatto o si è tolto prima. Io credo si sia rotto con l’impatto. Ma essendo un casco non integrale e robusto, Zanardi ha battuto le ossa frontali del volto in maniera violentissima.
Alex è stato operato d’urgenza e il chirurgo in casi come questi deve dare la priorità alla sopravvivenza, a salvare la vita: quindi stabilizzare i valori, intervenire se c’è stato un ematoma cerebrale e decomprimere il cervello e riportare le ossa del cranio in posizione corretta.
Il paziente era instabile, infatti è ancora in prognosi riservata, per questo si è data la precedenza a cose più urgenti dell’intervento maxillo-facciale. Sicuramente vi sono fratture delle ossa orbitali e dischi oculari e della zona mascellare superiore. Questo è quello che possiamo ricostruire perché il caso è secretato. Se fossero avvenute fratture della volta cranica avrebbero portato alla morte. Anche questo elemento fa pensare che il casco fosse addosso e che non si sia sfilato prima dell’impatto”.
I medici sono colpiti dalla resistenza e dalla tenacia dell’organismo e della persona di Alex.
“Sicuramente in questo caso dalla sua parte e in aiuto ai medici, c’è un corpo sportivo, allenato, ossigenato. Seppur amputato il suo corpo è quello di un atleta di altissimo livello. Un uomo che segue una corretta alimentazione, non ha vizi alimentari o di altri generi e questo gli ha permesso di essere un paziente ottimale”.