Prima pagina » Interviste » Incidente Suv Youtuber, Avv. Vasselli: “Bisogna punire anche il noleggiatore dell’auto”

Incidente Suv Youtuber, Avv. Vasselli: “Bisogna punire anche il noleggiatore dell’auto”

L’esperta di tutela della persona, sull’incidente avvenuto a Roma: “Il sistema giudiziario è lento e favorisce i furbi”

Laura Vasselli nel suo studio

Laura Vasselli

C’è ancora sgomento e tristezza all’indomani della notizia che ha visto protagonisti alcuni giovani ragazzi a Roma mercoledì pomeriggio, rimasti coinvolti in un incidente stradale che è costato la vita a un bimbo di 5 anni. I giovani alla guida del Suv Lamborghini che ha travolto la smart sono degli youtuber e, secondo le prime ricostruzioni, pare stessero effettuando una challenge, ai fini di una pubblicazione sul noto social network, Youtube.

Una giovanissima youtuber effettua una registrazione con lo smartphone
Una giovanissima youtuber effettua una registrazione con lo smartphone

Il fenomeno delle “challenge

Per challenge si intende una video-sfida da superare che viene postata per raccogliere consensi e followers, oltre che condivisioni e iscritti al canale. Questi video tengono desta l’attenzione degli spettatori della piattaforma di condivisione di contenuti, spesso e volentieri però rivelandosi una mezzo che mette a serio rischio l’incolumità. Per chi le effettua, ma soprattutto per coloro che possano eventualmente imbattersi.

Le indagini degli inquirenti

Lo scorso anno, proprio i protagonisti dell’incidente avevano pubblicato un video nel quale mostravano la challenge “Vivo 50 ore in macchina”. Una sfida che ha richiamato l’attenzione di diversi utenti che hanno assistito a un resoconto video dei ragazzi, in relazione a una lunghissima permanenza all’interno dell’autovettura.

Gli inquirenti stanno lavorando per la completa ricostruzione dei fatti. E’ molto probabile che una sfida molto simile a questa possa esser stata la motivazione per la quale i giovani fossero in macchina e abbiano noleggiato il suv, resosi drammaticamente protagonista nella vicenda. Il padre di Manuel Proietti, il bambino morto nell’incidente, ha provato ad aggredire gli youtuber. Intanto Matteo Di Pietro, il ventenne che era alla guida del mezzo, è indagato per omicidio stradale.

Un fenomeno sociale fuori controllo

E’ evidente come questo sia un fenomeno sociale che sovente valica i confini del controllo. Bisognerebbe anche cercare di comprendere sei possiamo parlare di un’emergenza giovani, di un’involuzione drammatica, di una deviazione sempre più meritevole di attenzioni. Anche per individuare responsabili ed intercettare motivazioni e possibili soluzioni di una problematica in crescente espansione.

Lo abbiamo chiesto all’Avvocato Laura Vasselli, specializzata in diritto delle persone e delle famiglie.

“E’ un discorso complesso che parte da lontano” – dice l’Avvocato Vasselli – “Probabilmente non andava neanche permesso al ventenne di noleggiare quel mezzo. Perché a vent’anni non hai l’esperienza per condurre determinate autovetture. Lo dice la legge. Lo sanno tutti che per accedere a determinati veicoli sono necessari alcuni anni di esperienza. E’ intanto questa una violazione di legge in senso stretto. Dovrebbe essere punito il ventenne esattamente quanto il noleggiatore dell’auto”.

Nello specifico, in merito a quanto sottolineato dall’Avvocato, ricordiamo che “Ai titolari di patente di guida di categoria B conseguita dopo il 9 febbraio 2011, per il primo anno dal rilascio non è consentita la guida di autoveicoli aventi una potenza specifica, riferita alla tara superiore a 55 kW/t. Nel caso di veicoli di categoria M1, ai fini di cui al precedente periodo si applica un ulteriore limite di potenza massima pari a 70 kW. Chi consegue la patente dunque, per un anno deve stare attento a non guidare autoveicoli che hanno una potenza specifica, riferita alla tara, superiore a 55 kw/t. Nel caso di autoveicoli di categoria M1 (cioè le classiche autovetture) devono stare attenti anche al fatto che non superino la potenza massima di 70 kw”. E inoltre che, come si legge qui ,per neopatentato, si intende “una persona che ha conseguito la patente A2, A, B1 o B da meno di 3 anni“.

Polizia e Carabinieri
Polizia e Carabinieri

“Il tentativo di autodifesa e l’aggressione del padre della vittima del bambino corrispondono alla lentezza del sistema giudiziario e soprattutto alla clemenza di alcune norme” – continua l’Avvocato – “Che a fronte di buone condotte e una serie di ammennicoli consentono alle persone di essere riabilitate. La pena ha una tutela riabilitativa, non ha una tutela di sanzione. Questo ha favorito la furbizia di tante persone nel corso dei decenni. E’ un discorso delicatissimo. Mi piange il cuore, ma una severa punizione dovrebbe essere da monito per gli altri. E’ un sistema americano. Gli americani per esempi hanno il danno punitivo. Se cioè hai commesso un danno meritevole di un’ammenda di un milione, io ti condanno a 100 milioni per far da monito ad altri. Per noi questo viene ritenuto di matrice vendicativa non c’è, è soltanto presente in alcune questioni ad alcune questioni legate alle liti temerarie”.

 “E’ molto difficile contenere adesso tutto quello concesso alle nuove generazioni” – continua l’Avvocato Vasselli –  “A loro è stato concesso di abusare delle nuove tecnologie. E’ molto grave il fatto che questi ragazzi stessero giocando a realizzare un video prima di questo schianto. E’ una cosa che dovrebbe sensibilizzare la società o quantomeno portare ad offrire dei mezzi di controllo più efficaci per questi giovani uomini e giovani donne, ormai a ruota libera. Pensano di possedere l’esperienza di vita solo perché riescono a vivere in questo mondo virtuale”.

Avvocato Laura Vasselli
Avvocato Laura Vasselli

“Il mondo virtuale è tra noi, gli adulti non si rendono conto di questo” – insiste l’Avvocato Vasselli – “Ci sono ragazzi che si laureano legittimamente con riconoscimento formale all’Università mandando il proprio Avatar. L’intelligenza artificiale è utile finché non nuoce. Tempo fa raccontavo dei primi casi di palpeggiamento dei primi casi di palpeggiamento nel Metaverso. E’ troppo facile dare la colpa ai genitori”.

“Perché ogni genitore ha commesso errori, in tutte le generazioni. Dai cavernicoli agli uomini di oggi. Anche perché dopo che le tecnologie si sono usate anche a scuola durante il lockdown, diventa difficile ora non consentire ai ragazzi di utilizzarli. Fino a qualche anno fa bastava un filtro a un televisore. Ora è molto più complicato, quasi impossibile fermare questo sistema. Nell’utilizzo del quale peraltro i ragazzi sono più bravi dei genitori. Servirebbero dei provvedimenti governativi che consentano di inibire l’utilizzo dei social sino alla maggiore età. O creare dei contenitori di controllo”.

Campagna elettorale, Giovani e sport
Giovani e sport

“Tornerei piuttosto a educare i genitori, perché invoglino i figli nella pratica dello sport. Una pratica sana che “sfinisce” i ragazzi e consente loro di incontrarsi e interagire. Ma certo, se i social massacrano i genitori stessi, tutto questo diviene ancor più difficile. Servirebbe un cambio legislativo programmatico. Oltre che un vero e proprio cambio di direzione culturale“.