Insegnante sospesa per preghiera in classe, Abbate: “Inaccettabile, ricorda il peggio della mia vita”
Lo scrittore: “Quando non pregarono tutti per Suor Cristina a The Voice era giusto. Celentano chiamò per ringraziarmi”
Il caso dell’insegnante sospesa per 20 giorni per aver fatto recitare una preghiera in classe sta tenendo alta l’attenzione dell’opinione pubblica in queste ore.
Laicità e pluralità
Decine di commenti e pareri stanno arrivando per Marisa Francescangeli, la maestra della scuola primaria di San Vero Milis, in provincia di Oristano, dove è avvenuta la vicenda.
La questione è tocca da vicino una delle caratteristiche della scuola italiana, che dovrebbe caratterizzarsi per una spiccata laicità e pluralità. Probabilmente l’insegnamento confessionale della religione, dovrebbe spettare a una sfera privata, di esclusiva competenza di famiglie. La scuola, essendo manifestazione dello Stato in qualche modo dovrebbe in qualche modo sottolineare punti di vista differenti da questo.
Gli interrogativi sul lavoro
Ci si chiede però al contempo se possano bastare un’Ave Maria e un Padre Nostro per portare all’interruzione del lavoro di una persona. Che, verosimilmente, veniva al di là di questo episodio svolto anche in modo dignitoso e professionale.
Intanto, il caso è seguito dall’avvocata della UIL Elisabetta Mameli, che è pronta al ricorso contro il provvedimento. La vicenda è finita sul tavolo del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara.
Abbiamo chiesto a Fulvio Abbate un pensiero sulla vicenda. Lo scrittore, che il prossimo 25 aprile esce in libreria con il romanzo Lo Stemma, edito da La nave di Teseo, è stato nel 2022 nominato in Francia Officier de l’Ordre des Arts ed des Lettres.
Come commenta l’accaduto?
“Mi trovo assolutamente solidale con le madri che hanno trovato inaccettabile che si facessero recitare le preghiere ai bambini”.
Lo dice come se avesse vissuto personalmente esperienze simili…
“Ho subito quando frequentavo le elementari e perfino le medie, che le insegnanti non solo di religione ci obbligassero tutte le mattine a pregare. In uno stato laico dove esistono più confessioni e si può essere anche pastafariani, avendo ossia una foto sui documenti con uno scolapasta in testa, trovo inaccettabile che si imponga una preghiera“.
E’ dunque sempre sbagliato forzare questo tipo di manifestazioni?
“Anni fa quando Suor Cristina vinse The Voice e chiese di recitare tutti l’Ave Maria e i presenti rimasero imbarazzati, compresa Raffaella Carrà, scrissi un articolo dicendo che in quell’occasione suor Cristina aveva ragione. Per un fatto di ospitalità. Perché era in qualche modo la festeggiata. In quell’occasione ricevetti una telefonata di Adriano Celentano che mi ringraziava di aver espresso questo pensiero, in nome della laicità. In quel caso anch’io che non sono credente, l’avrei recitata per Suor Cristina. Ma quello che ha fatto questa insegnante è inaccettabile, mi riporta al peggio della mia memoria”.
La sospensione è un metodo, un provvedimento, adatto per questo tipo di situazione?
“Bastava un richiamo, puntualizzando lo stato laico e non confessionale“.