Insegnanti falliti senza didattica? Lettera alla prof in pensione
Lettera di uno studente alla professoressa di Lettere. Ce la spedisce Maria, professoressa di Roma che si sente fortunata di essere in pensione
Insegnanti falliti? Assecondati? Senza più didattica? Lettera di uno studente alla sua professoressa di Lettere. Ce la spedisce Maria, una professoressa di Roma, specificando che oggi più che mai, si sente fortunatissima di essere in pensione.
Ciao Proffi,
la saluto. Domani non mi troverà seduto qua, non potrò.
Ho preso la mia decisione per non rimanere schiacciato dall’illusione, (bella è?!).
So grande e provvedo a me a mamma e a Paolo, vado a lavorà, dove non so ma é meglio che qua però.
A parte lei, che ha capito che me piaceva scrive, qua, tutti gli altri, altro vonno fa. Insegnati falliti? Forse, non lo so, non sta a me giudicà. Non lo so, imparano na cosa per forza ma non me danno tranquillità pe fallo.
Non fa niente professoré, non se preoccupi, ce sta.
Se sente che pesa, manca il sorriso, io non sò scemo e se me lo spiegano come posso capì io, io capisco. Forse me dovevo applicà, forse potevo vive la mia età. Ma che ce posso fà.
Una domanda però me la faccio: Come faccio a fidamme pure del medico mio che magari consente de fa l’invalidi, come faccio a fidamme del pizzicarolo che magari me vende la mortadella cinese, come faccio a fidamme del lattaro che magari me dà il latte radioattivo? Come faccio a non famme ingannà quando l’inganno respira la pelle? “Utopia cara democrazia”, lo canta pure Renato Zero. La canta pure ai prof. gajardo!
Mo la lascio professorè che devo annà. Grazie del cuore suo, degli occhi che me spingono a migliorà e del sorriso che m’ha sempre incoraggiato. Grazie dei giusti 4 e dei consigli. Rimarranno sempre con me. Solo per lei leggerò. Tornerò a trovalla e la seguirò sempre su Facebook.
Grazie. Mario