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Intelligenza artificiale: minaccia o opportunità? Proviamo a conoscerla meglio

Abbiamo scaricato ChatGPT, uno strumento sviluppato da Open AI con il quale si può dialogare di problematiche personali e di strategie lavorative

Intelligenza Artificiale_pexels-tara-winstead

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Da alcuni mesi sentiamo parlare dell’intelligenza artificiale quale strumento da utilizzare in ogni ambito della vita lavorativa e privata come fosse il genio della lampada, eppure gran parte delle persone non sa ancora cosa sia e come utilizzarla.

ChatGpt, uno dei chatbot basati sull’Intelligenza artificiale

La curiosità ci ha spinto a scaricare sul telefono ChatGPT, uno strumento sviluppato da Open AI con il quale si può dialogare di problematiche personali, di strategie lavorative, di suggerimenti per un nuovo progetto e molto altro, facendo bene attenzione a non prendere tutto il contenuto come verità assoluta ma solo come spunto per un lavoro che poi andrà personalizzato.

Quindi abbiamo chiesto a ChatGPT in cosa poteva esserci utile. La sua risposta: può essere utilizzato per rispondere a domande su argomenti specifici; offrire suggerimenti o consigli; generare idee creative; supporto nella scrittura o nella traduzione di testi; creare contenuti personalizzati. Inoltre ci dice che non è infallibile e non possiede consapevolezza o esperienza diretta. Le risposte fornite sono basate su informazioni raccolte fino alla data di aggiornamento del modello o da ricerche web.

Chi si sente minacciato dell’IA

Eppure alcune figure professionali si sentono minacciate più di altre dall’intelligenza artificiale. Queste sono ad esempio gli addetti al call center, chi scrive articoli come noi, i traduttori di testi, i tutor scolastici, gli assistenti legali, i designer. Come ci ricorda il nostro amico chatbot, più che una minaccia l’IA può rappresentare un’opportunità, non elimina le professioni ma permette loro di crescere e adattarsi a nuove esigenze di mercato.

Per noi psicologi può essere un valido collega con cui confrontarsi. Abbiamo chiesto ad esempio cosa fare quando il nostro paziente è molto nervoso, ebbene ci ha dato un elenco completo di strategie da mettere in atto che non riguardano solo l’agire verso il paziente ma anche modalità di coinvolgimento di gruppo e interventi multidisciplinari.

Insomma un valido ausilio da consultare con parsimonia e modellare secondo la propria personalità o attitudine lavorativa. Ultimo ma non meno importante, è il suo modo gentile di rispondere al ringraziamento a fine conversazione, che oggi nella nostra quotidianità non è un dato trascurabile.