Inter e Atalanta super, Milan in testa: i temi della sedicesima di Serie A
I bergamaschi battono il Napoli a domicilio, i nerazzurri demoliscono la Roma dell’ex Mourinho: prime quattro ancora più vicine
In attesa di Empoli-Udinese e Cagliari-Torino, il quadro della giornata di Serie A ha già evidenziato importanti indicazioni. Due gol olimpici, cinque vittorie esterne su otto partite e valori in campo modificati dopo i due big match: le prime quatto squadre sono racchiuse in quattro punti.
Atalanta corsara a Napoli: per lo Scudetto è corsa a 4
La capolista contro la squadra più in forma del campionato non ha tradito le attese, con rimonte e contro rimonte che alla fine hanno premiato la Dea, ora a -4 dal primo posto. Tutte le difficoltà alla vigilia dei partenopei sono venute fuori nel risultato, non nella partita in sé considerando le assenze. Spalletti, anche lui non in panchina, ha dovuto fare a meno di Anguissa, Insigne, Osihmen, Manolas, Koulibaly e Fabian Ruiz, ma la squadra ha trovato la forza di reagire al vantaggio atalantino, arrivato al sesto con uno dei proverbiali tiri dal limite di Malinovsky. Sono i giocatori più in forma in questo periodo – Zielinski e Mertens, 5 gol nelle ultime 4 di Serie A – a ribaltare il risultato.
Alla lunga viene fuori la maggiore freschezza dell’Atalanta, che effettua il controsorpasso con due giocatori che non hanno molta confidenza col gol, ossia Demiral e Freuler, con i bomber soliti (Zapata e Ilicic) pronti a rifinire. I bergamaschi incamerano la quinta vittoria consecutiva in Serie A e sono a tutti gli effetti protagonisti nella lotta per lo Scudetto. Il Napoli scivola al terzo posto ma non esce ridimensionato dalla sfida: serve tuttavia recuperare al più presto qualche effettivo in mezzo al campo.
Inter formato deluxe: annichilita una Roma dispersa
Roma travolta da un’Inter in versione extra lusso per mezz’ora, poi pienamente padrona del campo con un filo di gas nella parte restante di partita. Nel big match dell’Olimpico un avvio bloccato viene stravolto al quarto d’ora dal gol di Cahlanoglu direttamente da corner. La palla tagliata del turco sul primo palo non viene intercettata né da Zaniolo né da Cristante, passa sotto le gambe di Rui Patricio e da lì fino all’intervallo è solo Inter. Il secondo gol è il manifesto dell’upgrade dal punto di vista del gioco dei nerazzurri guidati da Simone Inzaghi. Una manovra avvolgente nella metà campo avversaria, da lato a lato che fa breccia sulla destra, accelera con tocchi di prima e consegna a Dzeko la zampata per il più classico dei gol dell’ex. Se contro lo Spezia nel turno infrasettimanale erano stati 14, nel caso di specie i passaggi consecutivi sono 19.
Il tris arriva con un’azione degna della migliore Atalanta con la sciabolata di Bastoni per Dumfries che buca Vina e chiude la partita. Roma tramortita, che non riesce a reagire nemmeno nel secondo tempo, in cui l’Inter comincia ad anestetizzare il ritmo e a far rifiatare i propri elementi. Zaniolo e Mhkitaryan provano timidamente a far qualcosa me senza successo: Mourinho predica le notevoli assenze (Abraham, Pellegrini, Karsdorp e El Shaarawy) ma è ingiustificabile l’atteggiamento per tutti i 90 minuti.
Milan in testa in attesa del Liverpool
Il Milan approfitta degli scontri diretti altrui per portarsi da solo in cima alla classifica, anche se di un’incollatura. I rossoneri sfruttano a dovere il turno più agevole con la Salernitana fanalino di coda. Basta l’uno-due dei primi 18 minuti firmato da Kessie (su accelerazione di Rafael Leao) e Saelemaekers, con dedica doverosa a Kjaer. Un pomeriggio tranquillo per Pioli, che ha potuto far riposare anche Ibrahimovic per la sfida di Champions decisiva con il Liverpool. Problema dell’attaccante però da risolvere, perché anche la quarta punta, Pellegri, lanciato dal primo minuto dopo un quarto d’ora ha dovuto lasciare il campo. Per il resto, un 2-0 che poteva essere molto più largo.
Juventus, Fiorentina e Lazio ok
La Lazio ritrova tre punti, tre gol e un po’ di serenità dopo il turno infrasettimanale a dir poco schizofrenico e la batosta di Napoli. A Marassi, contro una Sampdoria non meno sotto pressione, si mette subito in discesa con la trama Immobile-Zaccagni-Milinkovic, per il quinto gol in campionato del serbo. Bomber Ciro, dopo aver rifinito di rapina sigla il raddoppio al quarto d’ora e prima dell’intervallo fa doppietta. Dopo il tris nel primo tempo, la ripresa scorre relativamente tranquilla per Sarri, anche con un uomo in meno (sciocca espulsione dello stesso Sergente). Gli attacchi finali dei blucerchiati portano solo il timbro di Gabbiadini: i biancocelesti si portano al settimo posto a pari punti con la Roma.
Un gol per tempo e la Juventus infila la seconda vittoria consecutiva. Contro un Genoa in crisi di gol (ancora a secco da quando Shevchenko è sulla panchina rossoblu) a sbloccare la sfida è un altro gol olimpico. Il secondo gol direttamente da corner del weekend è un’autentica perla di Cuadrado, che disegna una parabola perfetta che si insacca all’angolino. I bianconeri controllano la sfida e creano diverse occasioni per raddoppiare, sempre con Dybala come faro offensivo: è lui la luce dell’attacco juventino, rispetto all’ombra tracciata da Kean e Morata, quest’ultimo contrariato con Allegri dopo la sua sostituzione. L’argentino ingaggia una sfida personale con Sirigu che vince al minuto 82 con uno dei suoi mancini potenti e precisi. Juventus al quinto posto insieme alla Fiorentina.
Fiorentina che nella sfida tra le due sorprese del campionato batte a domicilio il Bologna. Nel cosiddetto “derby dell’Appennino” è il marocchino Maleh a sbloccarla per il suo primo gol in Serie A. I rossoblu rispondono col piattone al volo di Barrow all’incrocio, ma ad inizio ripresa Biraghi su punizione rispolvera lo stesso angolino per il nuovo vantaggio Viola. Poi è il solito Vlahovic, glaciale dal dischetto a mettere un margine di tranquillità. Il Bologna accorcia ma non riesce ad impattare ancora: Italiano porta Firenze al quinto posto.
Ci Piace e Non Ci Piace: Venezia-Hellas Verona
Come palma di migliore e peggiore ci sono tante nomination possibili: dai momenti d’oro di Mertens, Cahlanoglu e Vlahovic alle difficoltà di D’Aversa (Sampdoria) e Mourinho, demolito dal suo passato. Vogliamo invece citare il derby veneto Venezia-Verona. Dopo mezz’ora lagunari in pieno controllo con un tris fatto di combinazioni puntuali, ripartenze fulminee ed errori gravi degli ospiti. Come Lazio e Inter tre gol nel solo primo tempo: partita incanalata? Macché.
Nella ripresa arriva il clamoroso ribaltone dell’Hellas: Romero sventa la prime possibilità di accorciare ma poi non può nulla nella rimonta, con lo spartiacque principale rappresentato dall’espulsione più rigore di Ceccaroni. Il difensore del Venezia, dopo aver sbloccato la partita, decide di parare il colpo di testa di Faraoni. Hellas che così torna a -1 dal dischetto con Caprari e mette la freccia con la doppietta di Simeone: sono 11 in gol in questo campionato per il Cholito. Destro da fuori all’angolino ed epilogo di una partita incredibile, tra errori e grandi giocate vissute in più gare in una.