Intervista a Sigfrido Ranucci di Report, la propaganda manipolata con i social
“La comunicazione politica avrebbe bisogno di regole e media accreditati, la Meloni? valuteremo i suoi dati con i nostri tecnici”
Report ha messo a fuoco le presunte anomalie del profilo Facebook di Giorgia Meloni, come la condivisione singolare di follower con la pagina “trash italiano”, i profili anonimi, che servirebbero solo a raggirare i meccanismi matematici di Facebook allo scopo di aumentare il suo consenso e diffusione. La leader di Fratelli d’Italia ha replicato su Twitter dicendo che l’inchiesta di Report non ha portato fatti, ma «solo fango», e che raccoglierà dei dati per organizzare una conferenza in risposta.
Report è disponibile ad accogliere le obiezioni e i ragguagli della Meloni?
Report è disponibile, come già dichiarato, ad accogliere qualsiasi replica, domani infatti ci sarà una conferenza stampa di Giorgia Meloni, quindi lunedì 11 potremmo ospitarla e organizzare un dibattito con lei. Valuteremo con i nostri tecnici l’attendibilità dei dati che la Meloni ci porterà.
Il legame che sembrerebbe esserci secondo la vostra inchiesta, tra potenti russi, mondo pro-life americano, movimenti ultra conservatori internazionali e la Lega sono amalgamati in una connivenza ideologica che utilizza denaro e dimensione virtuale per accrescere il numero di seguaci e la visibilità. Se davvero è così, si tratta di una “macchina della paura” come l’ha definita lei. Cosa si può fare per evitare che le persone più giovani e fragili o meno istruite vengano condizionate senza poter avere una prospettiva di scelta politica basata sul confronto e la conoscenza?
Il web è una sorta di bibliotecario ubriaco, quando l’informazione si è spostata dai media a Facebook, è diventato un territorio incontrollabile. Dunque sarebbe necessario innanzitutto porre delle regole per Facebook, e poi ci vorrebbe una presenza più forte dei media accreditati sul web. Questo mi pare l’unico antidoto, unito alla possibilità e volontà di informarsi da tutte le fonti, con uno sforzo anche da parte dell’utente.
La possibilità ventilata dalla vostra indagine, che ci siano infiltrazioni di ideologia nazista nel tessuto sociale italiano tramite rapporti tra oligarchi russi e la Lega, profili social fantocci che “ingannano” l’algoritmo di Facebook, partiti disposti a orientare il pensiero dei minorenni per mezzo di “sistemi bersaglio” sul target…metterebbe davvero a repentaglio la democrazia. La democrazia è oggi in pericolo per via di un utilizzo manipolatorio della tecnologia virtuale?
Mi sembra evidente che queste infiltrazioni ci siano; io non credo, e lo dico apertamente, che la nostra classe politica che si trova attualmente in parlamento abbia realmente nostalgia del fascismo o sia davvero nazifascista, ma credo che però determinati atteggiamenti possano alimentare il nazifascismo e dare la sensazione che qualcuno abbia una vera nostalgia di quei tempi. Mi chiedo se sia normale che si faccia un sondaggio, come abbiamo mostrato, sul rischio del ritorno del fascismo e se occorra o meno la sua repressione, mi chiedo su quello che è stato un orrore storico di tale portata, se si possa ridurre un dramma storico, per altro certificato, a un sondaggio.
Quella di oggi è una realtà davvero complessa dove tutti siamo iper-stimolati e sovraccaricati di dati che ci vengono offerti spesso senza approfondimenti, una realtà che muta e si evolve a una velocità impressionante. Ormai si parla di “realtà aumentata”; la propaganda e i suoi strumenti sono cambiati così rapidamente negli ultimi anni che potremmo parlare anche di “politica aumentata”?
Sicuramente le tecniche di oggi sono molto diverse da quelle del passato anche più recente, e come diceva McLuhan, un importante teorico della comunicazione, “è il mezzo che fa la notizia”. Ogni giorno sui social riceviamo da parte dei politici, sfoghi senza contraddittorio, monologhi utilizzati per veicolare messaggi per i quali non abbiamo mezzi e modo di verificare. Se la politica si serve di “profili marionetta”, contenuti falsi, se dietro pagamento la politica chiede a Fb di mandare informazioni a minorenni, i quali non hanno strumenti per decriptare e valutare, c’è da preoccuparsi. Vengono messi ostacoli a professionisti qualificati e deontologicamente validi, ma poi i politici hanno campo libero per mandare qualsiasi tipo di messaggio. E risvegliare questa preoccupazione e attenzione è lo scopo e il messaggio della nostra ultima inchiesta.
Sembra un problema legato all’etica della comunicazione nel suo senso più ampio, e non solo alla politica. Ci può dare delle anticipazioni sulla puntata di Report di lunedì 4 novembre?
Quella di domani sera sarà una puntata che riguarda tutti gli italiani. Quando nel 2015 doveva entrare in vigore il federalismo fiscale che riguardava i comuni, una commissione bicamerale aveva cercato di calcolare quanto sarebbe toccato a ogni comune e a ogni cittadino se fosse entrata in regola la legge voluta da Calderoli. Quando sono arrivate, quelle cifre erano talmente alte che qualcuno ha pensato di secretarle… noi sveleremo quelle cifre che sarebbero dovute andare a ogni cittadino e comune, e sono cifre sorprendenti!