Irruzione dei Vigili al Circolo degli Artisti
Eternit interrato e permessi comunali mai ottenuti alla base del contenzioso
Intorno alle 23.00 della scorsa notte i Vigili del Primo Gruppo, coordinati dal capo reparto della Polizia Giudziaria Giancarlo Cori hanno fatto irruzione al civico 42 di via Casilina Vecchia, sede del noto Circolo degli Artisti, uno spazio occupato dal 1998 divenuto luogo cult della movida romana.
Si cercano diverse decine di metri cubi di amianto che sarebbero state interrate, contravvenendo ad ogni norma igienico-sanitaria e arrecando ingenti danni ambientali, in una zona all'interno del Circolo che vanta a sua disposizione un'area di milleseicento metri quadri. Le indagini sarebbero partite all'indomani della segnalazione di un ex dipendente del club. Il denunciante sarebbe giunto poi a dichiarare di aver assistito a varie feste private organizzate all'inteno della struttura a cui avrebbero partecipato anche Vigili, dipendenti comunali e un consigliere municipale area Pd, che gestiva tra l'altro una pizzeria del club.
Da questi ultimi dettagli si è sviluppato un secondo filone d'indagini sul Circolo degli artisti inerente a delle irregolarità nei permessi e nelle concessioni comunali: il locale, occupato dal 1998, avrebbe dovuto subire uno sgombero già nel 2004, ma fino ad oggi ha continuato ad essere un polo di aggregazione ludica e culturale di una certa movida romana, con una capienza di cinquemila utenti, 8 bar, 4 ristoranti, teatro e cinema all'aperto, uffici e negozi. Il fatturato annuo nel solo 2012 è stato di circa un milione e ottocentomila euro .
In una nota del 6 settembre del 2004 il Capo dell'Avvocatura rivolgendosi agli uffici comunali citava il Tribunale amministrativo affinchè si potesse procedere allo sgombero dell'area: il documento è indirizzato al Dipartimento dei servizi sociali e al IX Gruppo dei Vigili di Roma Capitale. Nonostante tutto ciò i sigilli alla struttura abusiva non sono mai stati posti. Come ciò sia stato possibile non si è ancora in grado saperlo, come abbia potuto il Patron della struttura, Romano Cruciani, ottenere nel corso degli anni tutte le licenze (di pubblico spettacolo, anti-incendio e di somministrazione alimenti) senza aver firmato un regolare contratto d'affitto con il comune sarà questa volta la Magistratura ad appurarlo.