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Jannik Sinner, talento e scelte ‘manageriali’: qual è stata la svolta

(Adnkronos) –
Talento, tanto, ma anche la capacità di costruire un percorso attraverso scelte di rottura. Jannik Sinner
, che ha appena sconfitto Carlos Alcaraz a Pechino salendo al numero 4 del ranking Atp, non è solo un tennista di grande talento. E' anche il protagonista di una crescita che va oltre la dimensione sportiva e che lo rende un modello da studiare anche fuori dal campo.  Ci sono nel tennis che oggi esprime l'altoatesino i fattori di un successo costruito attraverso una dettagliata pianificazione. Qualità tecnica indiscutibile, alla base, ma anche una grande determinazione nella ricerca continua del miglioramento. Guardando non solo alle singole prestazioni ma alla proiezione nel futuro della propria capacità di competere. Con uno snodo particolarmente significativo, in una carriera ancora giovane: il cambio di allenatore e la costruzione di un team che ha visto il progressivo innesto di figure funzionali all'obiettivo di esprimere tutto il potenziale a disposizione.  L'altoatesino ha sorpreso l'ambiente del tennis quando ha deciso di separarsi dal coach storico, Riccardo Piatti. E' apparsa a molti una scelta avventata, quanto meno colpevole di ingratitudine. Poi è andato avanti, affiancando al nuovo tecnico Simone Vagnozzi l'australiano Darren Chill. E non si è fermato, portando nel suo team anche un nuovo preparatore atletico, Giacomo Naldi. Persone scelte perché capaci di aggiungere professionalità, di portare quell'innovazione indispensabile a spostare in avanti gli obiettivi.  Sinner ha talento ma ha dimostrato anche di avere la 'fame' necessaria per non accontentarsi dei risultati che quel talento poteva assicurare con relativa facilità. E intorno al talento, mettendo in discussione le certezze acquisite, ha accettato di battere strade nuove per cercare risultati e, soprattutto, per aprirsi nuovi margini di miglioramento. La strada che ha intrapreso è ancora lunga ma può portarlo al vertice del tennis mondiale. Perché ha talento ma anche la forza di fare le scelte di rottura che servono. (Di Fabio Insenga)  —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)