Julia, l’app del Comune di Roma è un flop (e pure sgrammaticata)
La guida turistica virtuale lanciata dal Campidoglio per il Giubileo dà itinerari errati, inventa strade, non è aggiornata sugli eventi culturali: e perfino il suo nome, in latino, è sbagliato

App Julia (© Comune di Roma)
Pare proprio sia “nata sbagliata” Julia, l’assistente virtuale del Comune di Roma lanciata per aiutare residenti e visitatori a vivere l’Urbe al meglio in occasione del Giubileo. L’app, basata sull’intelligenza artificiale, presenta infatti gravi lacune a vari livelli, dalla toponomastica agli eventi culturali. E, per non farsi mancare niente, è pure “sgrammaticata”.

La nuova guida turistica virtuale di Roma
«Julia esordisce con un grandioso flop, scambiando una linea di bus per un’altra, inventando a Roma strade che non esistono, confondendone nomi, percorsi e lunghezze». Questo, come riporta Il Giornale, l’impietoso bilancio tracciato dal capogruppo della Lega a Palazzo Senatorio Fabrizio Santori sul debutto del nuovo chaperon immateriale della Città Eterna. Che il Sindaco Roberto Gualtieri, come ricorda l’AGI, aveva presentato in pompa magna solo pochi giorni fa, anche se era stata svelata già da alcuni mesi.

Tecnicamente si tratta di un chatbot, ovvero un software progettato per simulare una conversazione con un essere umano. Nel caso specifico, è possibile dialogarci in oltre 80 lingue mediante servizi di messaggistica come WhatsApp, ricevendo in tempo reale indicazioni provenienti da banche dati certificate. Questa, almeno, è l’idea di base, che però sembra essere rimasta abbondantemente sulla carta.
Il flop di Julia
Per esempio, la guida turistica digitale non è aggiornata sulle mostre, arrivando a consigliarne una aperta a fine 2021 (e chiusa nel dicembre 2022). Se poi le si chiede quale sia la strada più lunga della Capitale, va in tilt, facendosi correggere più volte dallo smaliziato utente. Insomma, un servizio piuttosto deludente, soprattutto considerando che è costato quasi 10 milioni di euro, stanziati attraverso il programma governativo Caput Mundi.

A proposito di latino, poi, qualche problema deve averlo anche il Campidoglio, che pure, scrive La Repubblica, ha voluto omaggiare col nome Julia l’antica famiglia romana. Peccato però che, nella lingua di Cesare, non esistessero né la “j” né la “u”, che fecero la loro comparsa solo nel Rinascimento.

Va da sé che, rispetto alle altre mancanze, questo è un peccato veniale. Ma, se il diavolo sta nei dettagli, l’accompagnamento di questa sorta di Virgilio 2.0 per la Città dai Sette Colli si è decisamente fermato all’Inferno.



