Junior Cally, il rapper mascherato: “Voterei sardine, la politica è assente”
Alcune parole dall’intervista rilasciata a “Dagospia” e i passaggi più scabrosi della canzone incriminata
Il rapper dal volto coperto che ha fatto infuriare le donne, sollevare le femministe, lanciare petizioni da diversi partiti politici e movimenti per la parità di genere, alza il velo, (senza togliersi la maschera), e racconta di se. Certamente, per non cadere in abbagli di ingenuità, bisogna dire che anche se pagando il prezzo della reputazione, Junior Cally ha ottenuto un'attenzione mediatica degna di una star, a prescindere da come verrà recepita la sua performance sul palco dell'Ariston.
Antonio Signore, 28 anni, di Focene, ha detto su “Dagospia” che tra i partiti al governo e all'opposizione, pur avendo in passato votato M5S, non voterebbe nessuno di essi e che sicuramente si sente meglio rappresentato dalle Sardine. Signore dice chiaramente che non si droga e mai ha avuto a che fare con gli stupefacenti nonostante porti questo marchio pesante da quando è un adolescente, forse per via dei tatuaggi, ipotizza lo stesso Cally. Si dice “scosso” per le accuse molto gravi che gli sono state mosse come “pedofilo” e “misogino” e anche per la proposta di togliergli la cittadinanza di Focene.
Ma proviamo a leggere alcuni dei passi più scabrosi del suo testo “Strega”, il brano del 2017 incriminato da opinione pubblica e media:
“Si chiama Gioia perché fa la …
Sì, per la gioia di mamma e papà
Questa frate' non sa cosa dice
Porca …, quanto … chiacchiera?
L’ho ammazzata, le ho strappato la borsa
C’ho rivestito la maschera”. Potete inveire adesso o anche aspettare.
Ma poi di seguito: “Siamo le streghe libere di bere per tutta la noche
Beviamo, cantiamo, corriamo, moriamo veloce
Ci bruciano in piazza, ma tanto lo sai che resuscitiamo”
In effetti in questa seconda parte, sembra che a prendere la parola ci sia un esultare del mondo femminile, la rivincita degli emarginati, delle minoranze, e anche delle donne, le quali oggi come nel Seicento, vengono perseguitate come streghe…mentre la loro forza simbolicamente risorge.
Cally ribadisce oggi, nel giorno del debutto sanremese, che il suo intento è quello di uccidere il concetto di donna violentata e uccisa e non inneggia in nessun modo ad esso. Alla domanda sul perché la maschera risponde che in un piccolo centro urbano, era difficile esprimersi artisticamente senza essere presi in giro, e che lui, considerato sfigato in questo modo li ha “fregati”.
Il brano che presenterà a Sanremo, a partire da questa sera, è “No grazie”, musica “ultra rap” e critica antipopulista degli stereotipi. Dichiara che il suo impegno è quello di farsi testimone di una generazione schiava dei cellulari, megafono rap di denuncia di una tutela istituzionale e politica assente.
Eppure, giocare con l'ambiguità, forse sfruttare la volgarità e l'abbrutimento del linguaggio per avere impatto sugli adolescenti, principali fruitori del genere e di questo artista, non è poi una tattica di comunicazione così diversa da quella che Cally critica. E forse, dato che siamo in Italia nel 2020 e non nei sobborghi americani degli anni '90, non è neppure una questione di registro proprio di una cultura musicale della protesta. Manca forse anche a lui, come ai politici che prende di mira, il farsi carico delle responsabilità che derivano dalle parole che si dicono, dalle strofe che si ritmano.
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