Juventus, 15 punti di penalizzazione per il caso plusvalenze
Annullata la precedente assoluzione, la Corte d’Appello Figc va addirittura oltre le richieste del Procuratore federale Chinè. Stangata anche per gli ex vertici bianconeri
La Juventus è stata penalizzata di 15 punti nell’attuale serie A in relazione al “caso plusvalenze”. La Corte d’Appello della Figc ha infatti accolto il ricorso del Procuratore federale Giuseppe Chinè, annullando la precedente sentenza di assoluzione datata aprile 2022. Anzi, ha comminato pene perfino più pesanti di quelle proposte dal magistrato di via Allegri.
15 punti di penalizzazione per la Juventus
Stangata dunque per la Juventus, per cui era stata chiesta una penalità di 9 punti, divenuti invece 15 dopo il verdetto della Corte federale d’Appello. Che invece, come riporta Sky Sport, ha confermato per gli altri otto club coinvolti il proscioglimento primaverile nel processo sulle plusvalenze fittizie. Ovvero, gli scambi tra giocatori di cui venivano iper-valutati i cartellini, così da creare artificiosamente un valore positivo per il bilancio.
È stata quindi accolta la tesi della Procura della Federcalcio, e anzi il verdetto è stato addirittura più duro delle richieste, anche per gli ormai ex vertici bianconeri. Due anni di inibizione per l’ex presidente Andrea Agnelli e l’ex AD Maurizio Arrivabene, otto mesi per l’ex vicepresidente Pavel Nedvěd. E, soprattutto, due anni e mezzo per l’ex Ds Fabio Paratici, tirato esplicitamente in ballo nel cosiddetto “libro nero” redatto dal suo collaboratore (e poi successore) Federico Cherubini.
Si tratta di uno dei principali elementi probatori che nel primo procedimento non erano a disposizione degli inquirenti, essendo emersi grazie all’altra indagine, l’inchiesta Prisma. La quale nel frattempo prosegue, con gli ulteriori reati ipotizzati di falso in bilancio e manipolazione del mercato.
In merito, i Pm torinesi parrebbero intenzionati a giocare la cosiddetta “carta di Ronaldo” appena pubblicata dal quotidiano di via Solferino. Un documento che «non deve esistere», come da intercettazione tra Cherubini e Cesare Gabasio, capo dell’ufficio legale di Madama. Perché garantirebbe a CR7 gli arretrati sullo stipendio, dimostrando che la rinuncia di alcuni tesserati alle proprie retribuzioni era solo uno specchietto per le allodole. D’altronde, al momento dell’approdo in bianconero, non si era forse detto che Cristiano Ronaldo si sarebbe ripagato da sé?