La birra previene l’Alzheimer, da Milano arriva lo studio che lo conferma
Dall’Università di Milano arriva la notizia che la birra previene l’Alzheimer, gli scienziati hanno pubblicato uno studio sul luppolo
La birra previene l’Alzheimer, arriva la conferma sulle proprietà benefiche di una delle bevande più diffuse al mondo. Tra i suoi ingredienti principali, troviamo il luppolo che è responsabile del sapore amaro più accentuato in alcune birre piuttosto conosciute.
Proprio sul luppolo si concentra una ricerca pubblicata di recente da un gruppo di ricercatori italiani dell’Università Bicocca di Milano che mette in luce le proprietà dei fiori di luppolo dai quali si possono estrarre molecole in grado di agire sulla proteina beta amiloide evitandone l’accumulo, causa principale della formazione di placche senili tipiche della demenza di Alzheimer.
La birra previene il morbo di Alzheimer
Il morbo di Alzheimer è una malattia neurodegenerativa che colpisce il sistema nervoso con la formazione di placche neuronali dovute al deposito di beta amiloide.
Il neurone perde la capacità di trasmettere impulsi nervosi e diminuisce l’acetilcolina, un neurotrasmettitore fondamentale per memorizzare i fatti recenti. Alois Alzheimer scoprì la malattia nel 1906 attraverso l’autopsia in una donna di 55 anni, morta in manicomio perché creduta pazza.
La diagnosi di demenza riduce l’aspettativa di vita e si stima che dal momento dell’esordio si vivrà in media dieci anni.
Ci sono molti casi sopravvissuti anche più di 15 anni e ciò è dovuto alle cure mediche affiancate da cure non farmacologiche e soprattutto dal tipo di assistenza che accompagna il malato.
Nel libro “La memoria negata” si affrontano le modalità più efficaci per assistere una persona affetta da demenza e del tipo di aiuto più efficace per i familiari che si prendono cura del malato.
L’Alzheimer è una malattia che colpisce l’intero nucleo familiare; ogni membro deve ridefinire ruoli e funzioni per aiutare il soggetto a stare meglio.
Le cure di oggi rallentano la malattia
Le cure oggi conosciute servono non a migliorare la memoria ma a stabilizzare la malattia e rallentare il processo di degenerazione neuronale.
L’esperimento degli scienziati di Milano ha dimostrato che un tipo di luppolo, denominato Tettnang, presente nelle birre chiare ha delle proprietà antiossidanti tali da impedire alle proteine di beta amiloide l’aggregazione tipica della demenza di Alzheimer.
Questo studio fa ben sperare in una produzione di nuovi medicinali che dovrebbero essere gratuiti per tutti i pazienti con diagnosi di demenza.
Dunque, la scoperta che la birra previene l’Alzheimer non deve essere presa come un via libera all’abuso di birre amare. Le cose sono ben più serie.
Una scoperta del genere è sempre una bella notizia per le famiglie che assistono pazienti con demenza, possiamo sperare che da questi studi si creino nutraceutici (principi attivi degli alimenti che hanno effetti positivi sulla nostra salute) per colpire il morbo di Alzheimer.