La controprova che Benedetto XVI è in sede impedita e che Bergoglio è antipapa
Papa Ratzinger è in sede impedita. Non lo ha mai dichiarato, ma lo ha fatto capire attraverso alcuni messaggi in codice
A volte, per capire le cose bisogna cambiare il punto di osservazione. E’ dal 18 agosto 2021 che gridiamo ai quattro venti che papa Benedetto non ha mai abdicato, ma si è ritirato in sede impedita.
Il “Codice Ratzinger”
Tutta la questione è racchiusa nel libro inchiesta “Codice Ratzinger” (Byoblu ed. maggio 2022) inserito dal Corriere della Sera tra i dieci saggi bestseller italiani. Ovviamente, i media mainstream non si azzardano nemmeno a scriverne, (nonostante abbiamo il primo antipapa –Bergoglio – dopo 700 anni) e questa è l’ennesima dimostrazione che abbiamo colto nel segno.
Il volume sarà presentato al pubblico di Pordenone il giorno 8 ottobre 2022, alle ore 15.00 presso l’Hotel Santin, Via delle Grazie 9 (ingresso libero).
Nonostante le ripetute spiegazioni, in tanti stentano a comprendere la realtà della sede impedita di papa Ratzinger. Così vi proponiamo un’astrazione teorica per vedere se i conti tornano, immaginando una sede impedita ideale, del futuro. Poniamo che l’Italia, nel 2056, viene invasa da un esercito straniero ateista e il futuro papa Leone XIV viene fatto prigioniero dai nemici.
Il canone 412 il canone 335
Si configura in pieno il canone 412 sulla sede impedita quando “il Vescovo diocesano è impossibilitato a esercitare l’ufficio pastorale «a motivo di prigionia, confino, esilio o inabilità, non essendo in grado di comunicare nemmeno per lettera con i suoi diocesani“.
Anche il papa può essere impedito e lo certifica il canone 335: “Mentre la Sede romana è vacante o totalmente impedita, non si modifichi nulla nel governo della Chiesa universale; si osservino invece le leggi speciali emanate per tali circostanze“.
Quindi, se immaginiamo la sede apostolica del 2056 impedita, allora il papa Leone XIV o sarà portato via o dovrà rimanere prigioniero all’interno della sua diocesi, cioè quella di Roma, ovvero il Vaticano.
Poi, non essendo libero di comunicare, non potrebbe mai esplicitamente ammettere che è in sede impedita. Come prigioniero, semmai, dovrebbe cercare di far capire furtivamente all’esterno la sua situazione nell’ambito delle possibilità di comunicazione consentitegli dai suoi impeditori.
Un papa in sede impedita, chiuso in Vaticano, secondo voi rinuncerebbe al nome pontificale? No, resterebbe sempre Leone XIV. Rinuncerebbe a indossare la veste bianca? No. Rinuncerebbe a impartire la benedizione apostolica ai suoi fedeli? Certo che no.
Il Codice Ratzinger
Guarda caso è esattamente quello che fa papa Benedetto. Punto per punto: egli vive in Vaticano, nel “recinto di San Pietro“, come ebbe a definirlo lui stesso, chiuso nel monastero Mather Ecclesiae. (Tra l’altro, un lettore ci ha fatto notare che questo convento fu costruito nel 1992-94 da Giovanni Paolo II, a forma di parallelepipedo. Come abbiamo visto, il piano antiusurpazione inserito nel Diritto canonico dal card. Ratzinger insieme al papa polacco, con la dicotomia munus-ministerium, risale al 1983, nulla di più facile che papa Wojtyla avesse appositamente voluto predisporre un “fortino” interno al Vaticano dove un eventuale papa impedito avrebbe potuto autoesiliarsi).
Ancora, Benedetto XVI non ha mai dichiarato esplicitamente di essere impedito, ma lo ha fatto capire in una miriade di messaggi in Codice Ratzinger, appunto, lo stile di sottile comunicazione logica che egli ha mutuato dal linguaggio di Cristo con i Suoi accusatori
Infine, Benedetto, guarda caso, mantiene il nome pontificale e la veste bianca, giustificandosi col dire che non aveva altri abiti disponibili (da nove anni). Continua imperterrito a impartire la benedizione apostolica che è prerogativa del papa regnante.
Una questione evidente
Capite quanto è evidente la questione? Viceversa, se il mite, correttissimo e adamantino Benedetto XVI avesse abdicato davvero, ovviamente mai e poi mai avrebbe fatto le stranezze di rimanere in Vaticano, vestito di bianco, tanto per intralciare il suo legittimo successore sotto l’istituto giuridico inesistente di un presunto papato emerito. (Sapete che emerito vuol dire “colui che merita di essere papa” e non “papa in pensione“). Se ne sarebbe piuttosto tornato in Germania, da vescovo, a scrivere le sue memorie e a vivere i suoi ultimi anni con il fratello cui era molto legato.
Non serve una laurea in diritto canonico: la realtà è pazzescamente evidente, sotto gli occhi di tutti. Quindi, se siete cattolici e volete fare qualcosa per salvare la Chiesa e il papa, gridate dai tetti questa verità abbacinante, diffondete ovunque l’inchiesta confortati da quanto ha scritto pochi giorni fa papa Benedetto al centro Studi Gioacchino da Fiore: “Nell’agire storico di Dio, la verità si svela gradatamente”.