La figlia di Almirante: “Allibita dall’ignoranza del sindaco Raggi”
“Ci sono state tante persone ebree vicine ad Almirante che salvò la vita a Emanuele Levi. Lo nascose addirittura a Salò, con sua moglie e il suo bambino”
Ospite a Radio Radio, durante la trasmissione “Un Giorno Speciale”, è la figlia di Giorgio Almirante, Giuliana De’ Medici, Segretario Nazionale della Fondazione Giorgio Almirante.
Proprio sulla figura di Giorgio Almirante si è aperto un dibattito in questi giorni: l’Aula Giulio Cesare aveva infatti votato la mozione di Fratelli d’Italia per intitolare al poltico una via o una piazza. Poi il blocco del sindaco di Roma, Virginia Raggi: “Nessuna strada a Roma sarà dedicata a Giorgio Almirante. Domani stesso presenterò una mozione a mia prima firma”.
Giuliana De’ Medici offre il suo punto di vista sulla questione:
“Tutti sanno chi è stato Giorgio Almirante. Prima, durante e dopo la guerra ha fatto ottime cose in Parlamento. Vorrei ricordare che se noi oggi eleggiamo i nostri sindaci e i nostri presidenti di Regione lo dobbiamo alla legge il cui primo firmatario è stato proprio Almirante. La legge è stata presentata in un tempo in cui lui stesso è stato definito pazzo per un provvedimento del genere. Invece poi la legge è stata votata e attuata. E noi oggi possiamo votare direttamente i nostri rappresentanti in Comune e in Regione. Rimango allibita dall’ignoranza del nostro sindaco. Non sa cosa succede nel Consiglio Comunale nel pomeriggio, la sera va a ‘Porta a Porta’ e dichiara lei stessa di non saperlo. Rimango sorpresa inoltre dal fatto che la Raggi ieri abbia dichiarato a Vespa che la volontà del Consiglio Comunale è sovrana. E poi durante la notte fa marcia indietro e impone una scelta personale diversa, proponendo una mozione e affermando che non bisogna dedicare strade o piazze a coloro che hanno avuto a che fare con il fascismo. Allora mi domando: chi è fascista in questo caso?”.
Sulla Comunità Ebraica: “Ho assoluto rispetto per la Comunità Ebraica. Credo però che bisogna saper giudicare i fatti con un po’ più di obiettività. Tanta gente ha partecipato attivamente alla politica del fascismo e ciò non toglie che dopo la guerra tutti quanti abbiano fatto attività politica, raggiungendo anche posti di rilievo. Stiamo certamente parlando di un periodo storico connotato da tante caratteristiche e al quale bisogna dare il suo giudizio storico. Giorgio Almirante, dal 1946 in poi, ha sempre predicato la pacificazione nazionale. Si è messo sempre su un gradino al di sopra di tutto e di tutti. È stato un leader politico riconosciuto, ha avuto una rappresentanza in Parlamento con il Movimento Sociale, sotto la sua guida, di gran rilevanza, dato che è stato un gruppo parlamentare che ha avuto molti deputati di quanti Fratelli d’Italia ne abbia oggi.
“Ha vissuto la vita democratica in modo limpido, lineare e senza mai avere alcun dubbio su quella che era la democrazia – ha continuato- È stata una persona onesta. Ricordiamoci che Indro Montanelli, quindi non l’ultimo arrivato fra i nostri giornalisti, quando lui morì disse “è l’unico uomo politico italiano a cui possiamo stringere la mano senza paura di sporcarcela”. Quindi sicuramente ha avuto dei momenti in gioventù, in cui ha commesso degli errori. Errori però di cui poi si è pentito: non ha mai rinnegato la sua partecipazione al fascismo ma ha avuto un giudizio critico su di esso. In tutta la sua vita ha predicato poi solo onestà, correttezza e democrazia. Dunque bisogna giudicarlo per quello che ha fatto nel corso della sua vita e non soltanto per un episodio.
“Ci sono state tante persone ebree vicine ad Almirante – ha concluso Giuliana De’ Medici – Lui ha salvato la vita a Emanuele Levi. Lo nascose addirittura a Salò, durante il periodo della Repubblica Sociale, con sua moglie e il suo bambino. Cortesia che gli fu ricambiata a Milano, quando poi Almirante era latitante. Ho qui in casa una dichiarazione in cui sul Monte Sinai sono stati piantati due alberi di olivo in onore di Almirante da una amica ebrea. Quindi dobbiamo stemperare queste cose, sempre con profondo rispetto e grande umiltà nei confronti della Comunità Ebraica.