La Francia rivuole dall’Italia la Scalinata di Trinità dei Monti: le opere d’arte contese
La Scalinata di Trinità dei Monti, pur con la sua storia legata alla Francia, appartiene da secoli al cuore di Roma
Le querelle artistiche e diplomatiche tra Francia e Italia non sono certo una novità. Nelle ultime ore, però, un nuovo capitolo ha riacceso il dibattito: la Corte dei Conti di Parigi ha rivendicato il possesso della Scalinata di Trinità dei Monti a Roma, nota come la Scalinata di Piazza di Spagna, uno dei simboli più celebri della Capitale. Secondo il rapporto della Corte, l’imponente monumento sarebbe stato costruito con fondi francesi all’inizio del XVII secolo e mantenuto, nel corso dei secoli, da una pia fondazione francese.
Una dichiarazione che ha immediatamente suscitato una forte reazione in Italia, con il ministro del Turismo, Daniela Santanchè, che ha commentato polemicamente su X (l’ex Twitter): “Ma cosa sarebbe la Francia senza l’Italia. Non possono fare a meno del nostro lusso, delle nostre opere, della nostra bellezza. Ma ora esagerano. Vogliono prendersi pure la scalinata di Trinità dei Monti”.
La Scalinata di Trinità dei Monti: un gioiello conteso
La storia della Scalinata di Trinità dei Monti è, in effetti, profondamente legata alla Francia. Il monumento venne progettato dall’architetto Francesco De Sanctis e completato nel 1725 per collegare la chiesa di Trinità dei Monti, di proprietà francese dal 1494, alla sottostante Piazza di Spagna. La costruzione fu finanziata dal diplomatico francese Étienne Gueffier, un gesto che sottolinea l’importante ruolo della Francia nella storia del monumento. La chiesa di Trinità dei Monti, infatti, è da secoli amministrata dall’ordine dei monaci Minimi francesi, il che conferisce alle autorità francesi un legame giuridico e storico con l’area.
Nonostante ciò, il fatto che la Scalinata si trovi in pieno centro a Roma e sia parte integrante del tessuto storico e urbano della città ha sempre fatto considerare questo capolavoro barocco come un patrimonio italiano a tutti gli effetti. Il dibattito su chi possieda realmente la Scalinata, però, rischia di alimentare tensioni diplomatiche tra due nazioni già da tempo impegnate in discussioni sulla gestione e la proprietà del patrimonio culturale.
Napoleone e la grande razzia d’arte: un passato di tensioni
Non è la prima volta che Francia e Italia si scontrano su questioni legate all’arte. Un esempio emblematico risale all’epoca napoleonica, quando Napoleone Bonaparte condusse una delle più grandi razzie d’arte della storia. Durante le sue campagne in Italia alla fine del XVIII secolo, centinaia di opere d’arte vennero sequestrate e portate a Parigi per arricchire il Louvre, che Napoleone sognava come il “museo universale”. Tra i capolavori trasferiti c’erano il Laocoonte, uno dei simboli dell’arte greca, e la Venere Capitolina, entrambe prelevate dal Vaticano. Anche molti dipinti di Raffaello e altre opere di inestimabile valore furono trasferiti in Francia.
Al termine dell’occupazione napoleonica, con il Congresso di Vienna del 1815, molti di questi tesori furono restituiti all’Italia, ma alcune opere rimasero a Parigi. Ad esempio, il Ratto delle Sabine di Nicolas Poussin, prelevato dalla collezione Borghese, non è mai stato restituito, così come il Ritratto di Baldassarre Castiglione di Raffaello. Questo episodio ha lasciato un segno indelebile nelle relazioni culturali tra i due Paesi, influenzando la percezione delle “opere contese” per oltre due secoli.
La Gioconda: il caso più famoso
Uno dei più clamorosi episodi di tensione tra Francia e Italia riguardo all’arte ruota attorno alla Gioconda. Questo iconico dipinto di Leonardo da Vinci, oggi conservato al Louvre, fu al centro di una querelle diplomatica dopo il suo furto nel 1911. L’opera venne sottratta da un impiegato italiano del museo, Vincenzo Peruggia, che sosteneva che la Gioconda appartenesse all’Italia, poiché dipinta da un artista italiano e considerata, a suo avviso, il simbolo dell’arte rinascimentale.
Il furto scatenò un caso internazionale che durò due anni, fino a quando il dipinto fu ritrovato in Italia, dopo che Peruggia tentò di venderlo a un mercante d’arte fiorentino. Alla fine, la Gioconda venne restituita alla Francia, ma l’episodio contribuì a mantenere viva la discussione sul suo legittimo “proprietario”. Ancora oggi, la presenza della Gioconda al Louvre è motivo di orgoglio per i francesi, mentre per molti italiani rappresenta un capitolo irrisolto della storia dell’arte.
Le proprietà francesi a Roma: oltre Trinità dei Monti
L’eventuale rivendicazione francese della Scalinata di Piazza di Spagna si inserisce in un contesto più ampio di proprietà francesi a Roma. Oltre a Trinità dei Monti, numerose altre chiese e istituti culturali nella capitale sono sotto la giurisdizione francese, come la Chiesa di San Luigi dei Francesi, celebre per ospitare tre capolavori di Caravaggio. Anche l’Accademia di Francia a Villa Medici, situata sul Pincio, rappresenta una delle istituzioni culturali francesi più importanti in Italia.
Negli anni, la presenza di queste istituzioni è stata in gran parte accettata come parte del tessuto storico e culturale di Roma, ma episodi come quello della Scalinata di Trinità dei Monti rischiano di riaccendere vecchie rivalità. Il rapporto della Corte dei Conti di Parigi solleva la questione se l’origine e la manutenzione di un’opera d’arte possano legittimare rivendicazioni di proprietà, anche quando l’opera è situata in un contesto chiaramente italiano.
Oltre i confini nazionali: l’arte come patrimonio condiviso
In un’epoca in cui i confini tra i patrimoni nazionali e universali dell’arte sono sempre più sfumati, la contesa tra Francia e Italia per la Scalinata di Trinità dei Monti pone interrogativi rilevanti sulla natura del possesso culturale. Se è vero che la costruzione di molte opere d’arte e monumenti è spesso il risultato di contributi internazionali, è altrettanto vero che queste opere finiscono per radicarsi profondamente nelle città e nelle comunità in cui si trovano.
Piuttosto che dividere, il patrimonio culturale europeo potrebbe essere visto come un elemento di unione, una testimonianza dell’intreccio storico tra le nazioni e della collaborazione tra artisti, mecenati e popoli. La Scalinata di Trinità dei Monti, pur con la sua storia legata alla Francia, appartiene da secoli al cuore di Roma, e come tale, dovrebbe essere celebrata come un simbolo di quell’arte senza confini che unisce e non divide.