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La futura intelligenza artificiale, inclusiva e vantaggiosa

Nel campo dell’intelligenza artificiale le imprese italiane sono tra le prime a riconoscere il potenziale tech

Monitor di computer

L’intelligenza artificiale (IA) ha il potenziale di cambiare il modo di fare impresa, trasformando il mondo del business in una realtà sempre più efficiente ed efficace. Il recente rapporto “L’Intelligenza Artificiale in Italia – Mercato, Innovazione, Sviluppi” realizzato dal Centro Studi Tim e con la collaborazione di Intesa Sanpaolo conferma quanto questa tecnologia sia fondamentale ed innovativa. 

Secondo i dati di questo studio di mercato, tutte le industrie possono beneficiare dell’IA che porta diversi vantaggi anche alla Pubblica Amministrazione. Con un valore stimato di quasi 2 miliardi di euro entro la fine del 2023 in Italia, gli esperti stimano che il valore di questa tecnologia arriverà fino a 6,6 miliardi di euro entro il 2027. In Italia, i benefici non sono solo la riduzione dei costi per le aziende o dei tempi per le istituzioni. 

Altri vantaggi dell’IA sono la possibilità di diminuire le emissioni di CO2, addirittura fino a 116 milioni di tonnellate tra il 2020 e il 2030, con una riduzione media annua del 2,6%. Mentre le emissioni inquinanti diminuiscono grazie all’intelligenza artificiale, la spesa dell’Italia aumenta fino a raggiungere una stima di oltre 870 milioni di euro entro il 2027. E, secondo gli esperti del mercato, nel futuro l’IA contribuisce ogni anno a 40 miliardi di euro al Pil italiano, circa il 2% del totale. 

“L’Intelligenza artificiale è un fortissimo acceleratore della trasformazione digitale di aziende e pubblica amministrazione,” ha detto Elio Schiavo, Chief Enterprise and Innovative Solutions Officer di Tim.

Nel campo dell’intelligenza artificiale, le imprese italiane sono tra le prime a riconoscere il potenziale tech. Questo perché riescono a combinarlo con l’industria tradizionale, quella che continua ad usare strumenti tradizionali forniti da imprese italiane come RS (clicca qui per saperne di più). Se fornitori come RS sono fondamentali per l’industria, anche progetti come Maia. 

Si tratta di un’app italiana che usa l’IA per studiare i suoi utenti e le loro preferenze che è in fase di sviluppo da Synapsia. Entrata nella sua fase alpha test, l’obiettivo di Maia è di creare un copilota della vita quotidiana che dovrebbe essere disponibile sul mercato entro febbraio 2024. Progettata dall’ingegnere Stefano Mancuso, l’app Maia si propone di essere inclusiva e rivoluzionaria. Rivoluzionaria perchè sarà un’identità digitale personale, creata su misura per ogni utente che usa l’app, rispettando la privacy dei consumatori. 

L’Italia non è l’unico paese a riconoscere il potenziale dell’intelligenza artificiale in ogni sfera dell’economia e della vita dei cittadini. Però, questo potenziale non è accessibile a tutti. Per questo, il Centro Internazionale di Fisica Teorica “Abdus Salam” di Trieste (ICTP), uno dei membri del progetto AI Alliance, ha lanciato un’iniziativa per portare l’IA nei paesi in via di sviluppo. Scambiando conoscenze e risorse, gli istituti che partecipano a questo progetto si ripropongono di accelerare un’evoluzione responsabile dell’IA in tutto il mondo. 

L’ICTP di Trieste è l’unico ente italiano che fa parte di questo progetto diretto ai paesi in via di sviluppo per colmare il divario digitale globale. Una parte degli obiettivi dell’AI Alliance è la promozione di una tecnologia inclusiva ed affidabile, grazie al contributo di scienziati e di esperti del settore. Un progetto nato nel 2016, AI Alliance si propone di rendere l’IA democratica ed accessibile, nel rispetto del lavoro altrui e della comunità.