La Gloria dei vinti in mostra a Palazzo Altemps di Roma
Promossa dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma con Electa a cura di Filippo Coarelli
Pochi passi a piedi da piazza Navona. Direzione Palazzo Altemps, una delle quattro sedi del Museo nazionale romano. Altemps, già Palazzo Riario, ventunesimo sito statale italiano nel 2013 con 247.795 visitatori e un introito lordo totale di 909.016,50 Euro, si avvia a chiudere la stagione estiva all’insegna della bellezza. Quella vera. In attesa di scoprire le novità espositive dell’autunno, infatti, è ancora possibile visitare la mostra “La Gloria dei vinti. Pergamo, Atene, Roma”. Promossa dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma con Electa, “La Gloria dei vinti” è curata da Filippo Coarelli, in occasione del quinto centenario della scoperta di 10 tra le sculture che componevano il cosiddetto Piccolo Donario Pergameno, esposte per la prima volta insieme (copie romane, ndr) . I vinti sono i Galati, “il popolo più potente e bellicoso che allora viveva in Asia” – scriveva lo storico Polibio -, sconfitti nel 240 a.C. dal re greco Attalo I. «Mancò la fortuna, non il valore», come spesso accade nella storia. E, in particolare, anche in quella dell’arte. Nasce probabilmente da qui il bisogno di riscriverla, attraverso testimonianze concrete quali le forme tangibili dei corpi di questi guerrieri celti, replicate non solo nell’antichità, ma anche nella pittura rinascimentale e nella scultura barocca.
La scelta della collocazione di questa eccezionale rassegna, viene da sé, non poteva che cadere su Palazzo Altemps, dove il bronzeo Galata suicida, appartenuto alla collezione Ludovisi, campeggia in esposizione permanente. Zigomi alti, capelli folti e lunghe ciocche, tipicamente acconciato, baffuto. Il Galata, anche detto Ludovisi, rappresenta, nell’atto di penetrarsi il petto con una spada, dignità e valori senza tempo. Senza collocazione ideologica.
Tornando a “La Gloria dei vinti”, il complesso scultoreo – c.d. Piccolo Donario Pergameno – venne segnalato per la prima volta nel 1514 da Filippo Strozzi, cognato di Lorenzo il Magnifico. In un primo momento, i bei guerrieri morenti vennero erroneamente considerati come gli Orazi e i Curiazi. Le copie romane giunte a noi, spartite nel corso dei secoli tra i vari collezionisti, vengono riunite soltanto oggi, per la prima volta. L’evento, unico, si concluderà il 7 settembre.