La Grande Bellezza promuoverà il turismo a Roma? Ma no
Eccolo qua, il solito paese dei Guelfi e dei Ghibellini. Il Paese che litiga su tutto, questa volta si divide su un film
Eccolo qua, il solito paese dei Guelfi e dei Ghibellini, dei Capuleti e dei Montecchi . Il Paese che litiga su tutto, questa volta si è diviso su un film, La Grande Bellezza, che vidi qualche mese fa, purtroppo a letto e di sera. Questo comportò uno sforzo sovrumano nel cercare di rimanere sveglio anche se, durante l’episodio della “Santa”, lo ammetto, mi addormentai. Troppa stanchezza o troppe “palle piene”? Chi lo sa? Forse, come al solito, avevo mangiato troppo.
Comunque, dopo la conquista del premio Oscar (come film in lingua straniera cioè non in inglese) si ridà fuoco alle polveri tra favorevoli e contrari. Furba la mossa di Mediaset, che tramite Medusa è stata tra i produttori della pellicola, la quale ha subito trasmesso in prima serata televisiva il film, evitandogli un rischioso ripassaggio nelle sale cinematografiche (in Italia con appena qualcosa in più di otto milioni di euro è stato solo il ventottesimo incasso del 2013!). Dopo un risultato di ascolto di quasi nove milioni di telespettatori (il bordello delle polemiche funziona sempre) si sono dette un po’ di cose in libertà sulle proprietà taumaturgiche che la pellicola avrebbe potuto avere per Roma e per l’Italia. Dopo appena otto giorni di polemiche, più nulla.
La più stravagante di queste castronerie attribuirebbe alla Grande Bellezza la capacità di promuovere il turismo della città eterna! Ora finché si parla di critica cinematografica, si può dire ciò che si vuole ma quando si parla di un settore complesso come il turismo, influenzato dalle più disparate variabili, bisogna attenersi ai dati, come direbbe Mario Tozzi. Benché per La Grande Bellezza bisognerebbe aspettare almeno un anno, alcune osservazioni si possono fare già adesso. Prima di tutto il film, come moltissimi altri nella storia del cinema, usa Roma come set. Usa i suoi monumenti, il suo cielo, le sue strade, le sue atmosfere, usa insomma la sua Grande Bellezza, che è appunto il titolo dell’opera. L’aspetto di documentario su Roma prende il sopravvento nel film, aiutato dal fatto che non si narra una grande storia ma si mettono in luce i soliti aspetti sulla dissoluzione della società moderna alienata e allucinata fatta di ricchi ma sfigati, pseudo intellettuali, zoccolone e zoccolette che vanno, inesorabilmente verso la morte.
Mi è parso proprio un film sulla morte, pieno di frasi sulla morte.
La cosa che mi è piaciuta invece è il fatto che si è capito molto bene che questi personaggi non c’entrano niente con ROMA. Sono tutti immigrati da fuori ed “abitanti”nell’Urbe, ma non sono Romani. Insomma sono quelli che io chiamo “romanoidi” e che pensano che gli abitanti dei Castelli o della Sabina sono “burini”, mentre loro, che non si ricordano più da dove sono venuti, probabilmente perché se ne vergognano sono,”romani de Roma”.
Comunque non è facendo vedere delle belle immagini di Roma che si incentiva il turismo. Roma si vende da sola ma avrebbe bisogno di meno mondezzai per le strade, di meno monumenti e palazzi storici imbrattati dai “vraiters” zozzoni, di meno scippatori, di meno abusivi che circondano i turisti per qualsiasi cosa e ci fanno fare una figura da “straccioni”. Si una città di straccioni. E non esagero. Sono una Guida Turistica di Roma e so di cosa parlo. Ho visto troppe volte gli occhi sbarrati ed esterrefatti dei turisti che accompagnavo in giro per la città.
Ma nella storia del cinema ci sono stati veramente dei films che hanno inciso sul movimento turistico ed hanno promosso ed incrementato le visite alla città eterna. Il primo e più famoso di tutti è stato un film mitico: Vacanze Romane, opera statunitense del 1953. Un film che lanciò Audrey Hepburn, la Vespa e…Roma. Tre premi Oscar e più di dieci nominations. Fu girato nell’estate del 1952 tra ali di folla che partecipava alle scene come in un teatro all’aperto. Fatte le dovute equivalenze, costò come ventisei milioni di euro di oggi e incassò, in tutto il mondo, duecentosessanta milioni di euro di oggi. Fu un film che creò un’epoca! Ancora oggi i turisti che visitano Roma, specialmente gli inglesi e gli americani fanno riferimento a episodi di questo capolavoro.
Poi c’è La Dolce Vita di Federico Fellini del 1960, film ampiamente “scopiazzato” da La Grande Bellezza,tanto che il regista lo ha pubblicamente e candidamente ammesso. Altro film premiato con l’Oscar e altra opera che ha segnato un’epoca. Sempre Fellini con Bernardino Zapponi nel 1972 realizzarono “Roma”, film a cui sono particolarmente legato ma che è un film “ad uso interno”, una sorta di testamento della Roma che fu, magistralmente narrata da quel grandissimo e vero Romano che fu Bernardino Zapponi.
Infine due films americani abbastanza recenti,che hanno influito sul turismo di Roma, più il primo che il secondo. Angeli e Demoni di Dan Brown, con la regia di Ron Howard, che uscì nel 2009, incassò in Italia più di diciotto milioni e mezzo di euro e ben trecentocinquanta milioni di euro in tutto il mondo! Questo film diede vita ad un vero movimento di tours organizzati che partivano soprattutto dagli Stati Uniti, sia perché il film faceva seguito ad un famoso romanzo, sia per la struttura della narrazione che si prestava molto bene alla realizzazione di visite guidate. I monumenti erano e sono sempre gli stessi. Il meglio che ci possa essere al mondo. Perché Roma è Roma. E non si discute.
Infine “To Rome with Love” di Woody Allen, girato a Roma nel 2011 ed uscito nel 2012. Incassò quasi otto milioni di euro in Italia, diciassette in America e settantatre in cinquantaquattro paesi. L’aria ed il cielo di Roma furono resi in maniera magistrale da una splendida fotografia. In definitiva La Grande Bellezza verrà messa alla prova come opera attrattiva per Roma ma la città eterna non ha certo bisogno di un film come questo, un po’ troppo angoscioso e angosciante. Anche se all’estero, senza sottotitoli, potrebbe essere un bel documentario per la promozione della Grande Bellezza.