La linea Roma-Giardinetti a rischio chiusura
L’allarme lanciato da Micaela Quintavalle, leader di Cambia-Menti m410
“C’era una volta la linea ferroviaria Roma-Giardinetti. Un tempo arrivava fino a Pantano. Milioni di euro furono spesi per prolungarla fino a Pantano. Ma poi, dopo nemmeno 365 giorni dall’apertura fu tutto smantellato per far posto alla Metro C” – l’11 ottobre, infatti, aprirà la linea Pantano-Centocelle, seppure in forma limitata. L’inizio della storia che racconta Micaela Quintavalle, presidente del sindacato Cambia-Menti m410 non promette nulla di buono.
Ma c’è un’altra storia, che si intreccia a quella che la Quintavalle ha iniziato a raccontare. Circa 10 giorni fa, infatti, in via Giolitti si è aperta una buca di circa 10×5 metri all’interno della quale sono presenti reperti archeologici. Da allora il servizio della linea è limitato a Ponte Casilino. Questo, come è immaginabile, comporta dei ‘problemi’: “per espletare quel servizio si deve presenziare il gabbiotto e la fermata Ponte Casilino per effettuare le manovre e gli scambi necessari” – spiega la Quintavalle.
Questo servizio, al momento, è effettuato dai lavoratori e dai macchinisti che hanno prestato la loro disponibilità, pur effettuando il loro turno di lavoro “in condizioni non umane: sicurezza zero, polveri sottili provenienti sia dai treni delle ferrovie che da quelli della linea urbana, clima torrido” – continua la Quintavalle. Con una richiesta, però: “che ‘mamma’ Atac, durante il turno, potesse mettere a disposizione dei condizionatori e di limitare la tempistica di svolgimento della mansione perché pericolosa e pesante”.
Per ovviare in tempi rapidi a tutto questo, si è dunque pensato di proporre di “montare uno scambio a molla (dotato di cassa di manovra tradizionale nella quale è installata una molla che spinge le lingue sempre dalla stessa parte mantenendo lo scambio costantemente posizionato o in retta, o in deviata secondo l'esigenza, ndr) a Ponte Casilino”, una soluzione che – sostiene Micaela – sarebbe “economica e facile da realizzare”.
E invece – continua la Quintavalle – “l'azienda avrebbe solo ed esclusivamente l’intenzione di chiudere una linea che offre un servizio prezioso agli utenti di quel bacino. Sarebbe il caos più totale se solo gli autobus 105 dovessero trasportare migliaia di persone”. Il dubbio, infatti, è che il ritrovamento di questi reperti archeologici, connessi all’apertura della buca, e la futura apertura della metro C, possano determinare il non-ripristino della situazione di normalità della linea, che quindi verrebbe chiusa a tutti gli effetti. Quindi, “invece di tamponare il problema insieme ai lavoratori e contemporaneamente sollecitare la riparazione di quel tratto di ferrovia i dirigenti, tronfi, tacciono, non accettano confronti e vanno spediti verso la realizzazione di un progetto macabro” – continua la Quintavalle, riferendosi proprio all’ipotesi che abbiamo esposto.
E intanto, mentre le risposte tardano ad arrivare e potrebbero non arrivare mai, “dalla sede centrale è uscito un comunicato ufficiale secondo il quale tutti i lavoratori della linea Roma-Giardinetti verranno messi in ferie d’ufficio. Ciò è inammissibile. Non è l’azienda che decide le nostre ferie ed il nostro modo di vivere” – conclude la Quintavalle.