La Locandiera di Goldoni al Teatro Anfitrione: viaggio nell’inganno e nella seduzione
L’allestimento proposto dalla compagnia “Gocce di Arte” al Teatro Anfitrione rappresenta un’occasione per immergersi in un capolavoro senza tempo
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Caterina Boccardi
Dal 18 al 24 marzo, il Teatro Anfitrione di Roma ospiterà una nuova messa in scena de La Locandiera, capolavoro intramontabile di Carlo Goldoni. Una commedia che, dal XVIII secolo, continua a incantare il pubblico con il suo gioco di ruoli, le sue dinamiche sottili e la sua arguta riflessione sulla società del tempo. A guidare il cast sarà il regista Marco Belocchi, che dirigerà la compagnia “Gocce di Arte” in un allestimento che promette di restituire tutta la verve e l’eleganza dell’opera goldoniana.
Un classico senza tempo: Mirandolina e il fascino della libertà
La Locandiera, scritta nel 1752, rappresenta un momento di svolta nella drammaturgia goldoniana e, più in generale, nella storia del teatro italiano. Con questa commedia, Goldoni inaugura una nuova stagione teatrale, abbandonando progressivamente le maschere fisse della Commedia dell’Arte per dar vita a personaggi più realistici e psicologicamente complessi.
Al centro della trama troviamo Mirandolina, giovane locandiera dotata di intelligenza e indipendenza, capace di manipolare il desiderio e l’orgoglio degli uomini che la circondano. Né donna ingenua né femme fatale, Mirandolina è una figura moderna e anticonformista, che sfida i codici del suo tempo con la sola forza del proprio ingegno. Tra i nobili che si avvicendano nella sua locanda, il Cavaliere di Ripafratta, convinto misogino, diventa vittima del suo fascino e della sua astuta capacità di seduzione, in un gioco ironico che smaschera la presunzione e la debolezza della classe aristocratica.
L’inganno di Dejanira: una nobiltà apparente
Uno dei personaggi più interessanti dell’opera è senza dubbio la Contessa Dejanira dal Sole, interpretata da Caterina Boccardi, figura chiave nella costruzione della dimensione comica e satirica della commedia.
Dejanira è una donna di spettacolo, una comica che si finge aristocratica per trarre vantaggio dalla propria presunta nobiltà. La sua presenza è una parodia del mondo nobiliare, in cui il titolo e l’apparenza contano più della sostanza. A differenza degli uomini che si illudono di poter dominare Mirandolina, la locandiera vede chiaramente attraverso l’inganno di Dejanira, ma decide di non smascherarla, facendo della finzione un ulteriore strumento di controllo e di divertimento.
L’interpretazione di Caterina Boccardi promette di rendere giustizia alla verve del personaggio, sottolineandone la doppiezza e il lato farsesco, ma anche restituendo il gusto della recitazione teatrale del tempo, in cui la finzione era parte integrante della vita stessa.
Il cast e la messa in scena: un ritorno alla tradizione goldoniana
A dare vita ai protagonisti della commedia sarà un cast ricco di talento:
- Mirandolina – Maria Teresa Pintus
- Cavaliere di Ripafratta – Fausto Morciano
- Marchese di Forlipopoli – Giacomo Rosselli
- Conte d’Albafiorita – Dario Biancone
- Ortensia – Sabrina D’Alonzo
- Dejanira – Caterina Boccardi
- Fabrizio – Vito Buldicchio
- Cameriere – Matteo Maria Mascetta
Il lavoro registico di Marco Belocchi si concentrerà sul ritmo serrato della commedia goldoniana, mantenendo il delicato equilibrio tra comicità e critica sociale. Le scene e i costumi, curati da Gianluca Delle Fontane e Maria Letizia Avato, si preannunciano filologicamente accurati, in linea con il gusto settecentesco e con l’estetica dell’epoca.
Sul piano tecnico, la cura di audio e luci sarà affidata a Mauro Buoninfante, mentre l’organizzazione generale è nelle mani di Gianfranco Teodoro.
Una commedia che attraversa i secoli
La Locandiera continua a essere una delle commedie più rappresentate e tradotte al mondo, un classico che, ancora oggi, mantiene intatta la sua carica ironica e il suo messaggio. Il fascino di Mirandolina e il suo gioco di potere con gli uomini restano estremamente attuali, offrendo una riflessione sempre vivace sul ruolo delle donne nella società e sulla fragilità delle convenzioni sociali.
L’allestimento proposto dalla compagnia “Gocce di Arte” al Teatro Anfitrione rappresenta un’occasione per immergersi in un capolavoro senza tempo, lasciandosi conquistare dall’intelligenza e dalla leggerezza della scrittura goldoniana, capace come poche altre di fondere divertimento e critica sociale in un perfetto meccanismo teatrale.
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