La mappa dello spaccio a Roma: dai quartieri di periferia alla “Roma bene”, droga a 10 euro
Si pensava che la droga fosse un problema solo delle periferie, ma oggi Roma è una città che consuma stupefacenti in ogni suo angolo
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Roma è una città divisa in due dal narcotraffico. Da un lato, le grandi piazze di spaccio consolidate nelle periferie, come Tor Bella Monaca, San Basilio, Quarticciolo e Ponte di Nona, roccaforti del traffico di stupefacenti gestite da clan locali e organizzazioni straniere. Dall’altro, una rete sempre più estesa che si insinua nei quartieri della “Roma bene”, come Prati, Trastevere, Testaccio e i Parioli, dove la cocaina scorre a fiumi e il consumo è ormai parte integrante della movida notturna.
Dalla periferia al centro, il mercato della droga non conosce crisi. Le dosi costano dai 10 ai 50 euro, a seconda della qualità della sostanza e della zona. A dominare il traffico non sono solo i clan tradizionali, ma anche le nuove mafie straniere, soprattutto quelle albanesi, nigeriane e sudamericane, che hanno trasformato Roma in un vero hub internazionale dello spaccio.
Periferie di Roma, il regno della droga low-cost
Le piazze di spaccio più note restano quelle delle periferie, dove la criminalità organizzata romana e le mafie straniere gestiscono un mercato che si autoalimenta. A Tor Bella Monaca, tra via dell’Archeologia e via Quaglia, gli affari girano senza sosta, con turni di vedette e pusher che lavorano giorno e notte. Qui, le dosi partono da 10 euro per la cocaina e l’eroina, mentre la marijuana e l’hashish vengono vendute in quantità maggiori ai ragazzi dei quartieri limitrofi.
Anche San Basilio è una roccaforte dello spaccio: il quartiere bunker della droga è ancora in mano ai clan locali, che gestiscono le vendite direttamente dalle case popolari, con un’organizzazione militare. Chi compra sa che deve seguire le regole del sistema: niente soste prolungate, soldi pronti e nessuna domanda.
Stessa situazione al Quarticciolo, dove la rete di spaccio si muove con la complicità di famiglie locali legate alla malavita. Qui, il business della droga si fonde con quello delle estorsioni e dell’usura, creando un’economia parallela che sfugge a ogni controllo.
Trastevere, Prati e Parioli: il mercato della cocaina nella “Roma bene”
Se nelle periferie la droga si vende nei cortili delle case popolari o nei parcheggi abbandonati, nei quartieri del centro il mercato segue logiche diverse. Qui il giro è più discreto, meno violento ma altrettanto redditizio.
A Trastevere, nel cuore della movida, la cocaina è una compagna di serate tanto quanto gli spritz e gli shot di vodka. I pusher si muovono tra i vicoli e i locali, vendendo a clienti benestanti e a turisti in cerca di sballo. Il prezzo? 50-80 euro al grammo per la cocaina di alta qualità, ma con il boom delle richieste, anche qui è comparsa la dose a 10 euro, spesso tagliata con sostanze pericolose.
Prati è un altro punto caldo del narcotraffico. Se di giorno il quartiere è un elegante centro di uffici e studi legali, di notte si trasforma in una piazza dello spaccio ben nascosta. Le consegne avvengono direttamente nei palazzi, con un servizio su appuntamento. La coca viene ordinata su WhatsApp e consegnata in tempi record, grazie a una rete di corrieri insospettabili che si spostano con monopattini, taxi e addirittura biciclette.
Ai Parioli, il consumo è trasversale: la polvere bianca non è solo un lusso per imprenditori e professionisti, ma anche un’abitudine tra giovani liceali e universitari. Le scuole più esclusive della Capitale sono il nuovo target dello spaccio: qui, le consegne avvengono direttamente fuori dai cancelli o nelle aree dei parchi, con una rete di pusher che spesso sono coetanei dei clienti.
La nuova frontiera dello spaccio: WhatsApp e Telegram
Se una volta le piazze di spaccio erano fisiche, oggi il traffico di droga passa sempre di più attraverso le chat criptate di WhatsApp e Telegram. I pusher pubblicano listini aggiornati, con offerte e sconti per i clienti più fedeli. Il pagamento? In contanti o in criptovalute per garantire la massima riservatezza.
I rider della droga si muovono tra il centro e la periferia come normali fattorini, consegnando “pacchetti” direttamente a domicilio o nei punti concordati. Un sistema rapido, sicuro e difficile da intercettare, che rende il business sempre più invisibile agli occhi delle forze dell’ordine.
Chi comanda il mercato della droga a Roma?
Il narcotraffico romano non è più solo in mano ai clan locali. Oggi, le mafie albanesi e nigeriane controllano gran parte delle forniture, con rotte che collegano Roma direttamente ai Balcani e all’Africa occidentale. Le indagini hanno dimostrato che la marijuana arriva da Valona, in Albania, mentre la cocaina segue i canali sudamericani, con la mediazione della ‘ndrangheta calabrese.
Nel frattempo, gruppi criminali minori, spesso composti da giovanissimi, stanno iniziando a ritagliarsi il loro spazio. Le baby gang, specialmente nelle periferie, gestiscono lo spaccio nelle scuole e nelle palestre, creando una nuova generazione di piccoli boss destinati a scalare la gerarchia criminale.
Roma e la droga: una battaglia senza fine
Le operazioni delle forze dell’ordine si susseguono senza sosta: maxi sequestri, blitz nelle piazze di spaccio e arresti di narcotrafficanti. Eppure, il fenomeno non accenna a diminuire. Le strade della Capitale sono inondate di droga, a prezzi accessibili a tutti e con un sistema di distribuzione sempre più efficiente.
Se un tempo si pensava che la droga fosse un problema solo delle periferie, oggi è evidente che Roma è una città che consuma stupefacenti in ogni suo angolo. Dalla polvere bianca nei locali esclusivi alla cocaina low-cost nei quartieri popolari, lo spaccio si è radicato ovunque, senza distinzioni di classe o di età.